lunedì 4 luglio 2022

La metafora della pipì (riflessioni sulla stupidità umana) – Gianni Lixi

Nella mia città affianco alla stazione c’è una piazza dove degli sfortunati giovani e meno giovani provenienti prevalentemente dal centro e nord africa stazionano per molte ore della giornata (naturalmente non sono sfortunati sono frutto di un sistema che vuole che lo sviluppo del mondo occidentale e capitalista sia a scapito di molti paesi, prevalentemente africani o del centro e sud america, che vengono da noi depredati). Qui queste persone hanno la possibilità di incontrare varia popolazione, in genere però si tratta di  sbandati locali che vivono di espedienti, per la maggior parte piccolo spaccio. Gli autoctoni sono dei poveracci selezionati dal sistema: disadattamento sociale, prevalentemente per problemi familiari che li hanno portati ai margini della società con scarsa o nulla capacità reattiva per potersi sfrancare  da questa condizione anche per la mancanza di strutture che li possano accogliere e portare ad un loro reinserimento. Molto diversa è la determinazione di chi affronta un viaggio lungo, costoso e pericoloso, quando arrivano da noi. Alla maggior parte di questi giovani, grazie ad una legge stupida che ha represso un sistema di inserimento a costo zero (l’allora progetto SPRAR cancellato da Salvini quando era ministro dell’interno a favore di centri di smistamento con finalità più detentive che integrative), anziché andare ad imparare l’italiano e magari un mestiere,come sarebbe avvenuto con gli SPRAR rimane solo la possibilità di imparare la piccola delinquenza ed anzi in questo riuscire ad eccellere e superare i maestri perché in genere si tratta di giovani come detto fortemente motivati e determinati.  Cioè anziché avere dei lavoratori inseriti in un mondo del lavoro in maniera ufficiale (e non a raccogliere pomodori sfruttati) e che ci consenta di mandare avanti un sistema pensionistico al collasso, formiamo dei potenziali  delinquenti con un costo socio-economico altissimo (processi, sistemi di detenzione, rimpatri ecc…). Anzi, peggio, se qualcuno più illuminato di altri riesce a mettere in piedi un sistema virtuoso come quello di Riace lo si condanna, come la triste vicenda di Mimmo Lucano ci ha insegnato. Possiamo essere più stupidi? Derubricare a stupidità una cosa così grave mi sembra banalizzare il problema. In queste tanto decantate democrazie che si risolvono in una matita ed una scheda vince chi la spara più grossa. Quindi prima bisogna seminare il terrore con l’invasione dei migranti,  il furto dei posti di lavoro ecc.. (che tutti gli studi socio-antropologici hanno ampiamente sconfessato) poi andare all’incasso per garantirsi stipendio e poltrona. No non è stupidità è deliberato calcolo e cinismo che fa star male quegli “sfortunati” e tutti noi con loro e per questo qualcuno dovrebbe pagare. In effetti nel nostro codice penale ci sarebbe un articolo che potrebbe inchiodare questi malfattori, l’art 661 recita infatti: “Chiunque, pubblicamente, cerca con qualsiasi impostura, anche gratuitamente, di abusare della credulità popolare è soggetto, se dal fatto può derivare un turbamento dell’ordine pubblico, alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000”. Mi rendo conto della difficoltà di applicarlo: non si salverebbe nessun partito!

Dunque torniamo alla metafora del titolo. Questi giovani che stazionano nella suddetta piazza hanno bisogno di espletare le loro fisiologiche urgenze e per fare questo, non essendoci bagni pubblici nelle vicinanze  si recavano nei bagni della stazione attigua. Qui avevano inoltre la possibilità di guadagnare un po’ di decoro lavandosi e rinfrescandosi. Una sola persona per le pulizie quindi naturalmente bagni sporchi  maleodoranti ecc… Cosa si inventa l’arguto ingegno umano? Bagni a pagamento e sempre solo una persona per le pulizie. Ora è ben difficile che per una pipì quei ragazzi possano spendere un euro. Dove vanno allora? Dall’altra parte della solita piazza c’è l’ antico e monumentale palazzo delle poste circondato da una specie di passaggio pedonale. Andavano in questo passaggio, un poco spostati rispetto alla piazza, scegliendo gli angoli  più nascosti. Il risultato è che ogni volta che passavi in prossimità del palazzo, un po’ discostati dalla piazza, l’odore era veramente asfissiante.

Ed ecco l’altra genialata! Si chiude il passaggio pedonale con delle sbarre impedendo di raggiungere i posti meno esposti. Della pipì, come è noto, ad un certo punto ti devi liberare. Dove vanno allora? Davanti all’inferriata che chiude il passaggio pedonale e quindi molto vicini alla piazza. Ti può capitare di passare a metà mattina con la piazza piena di gente e bambini che giocano e affianco persone che fanno pipì in maniera disinvolta che tanto tutti noi dopo le prime volte in cui siamo costretti a farlo con un po’ di circospezione e timore, acquistiamo coraggio e spavalderia (sono sicuro che capiterebbe anche a me se fossi costretto). Quindi il risultato è che abbiamo una piazza che puzza di piscio con degli esseri umani inavvicinabili per l’odore che emanano. La pulizia della propria persona, come il lavoro, sono indispensabili per la dignità di ognuno.

Tutto questo per non investire (perché sarebbe un investimento con ritorni garantiti) assumendo persone che tengano scrupolosamente e magari anche rigorosamente i bagni puliti, (magari gli stessi giovani di cui parlavamo) cosi da poter passare in una piazza senza sentire odori mefitici e magari intrattenersi a parlare con quei giovani senza applicare stereotipi di inaffidabilità e sospetto solo perché non hanno la possibilità di lavarsi.

Questa metafora della pipì vale per moltissimi aspetti della nostra vita. Cerchiamo le soluzioni più disparate, ed a lungo termine più costose e meno efficaci senza accorgerci che il benessere di chi vive accanto a noi non lo devi perseguire  perché sei generoso e buono ma  perché è anche il nostro benessere!

da qui

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