Dissociare
V. tr. [dal lat. dissociare, der. di socius «compagno»,
col pref. dis–1] (io dissòcio, ecc.). – 1. Separare,
scompagnare idee, cose, o anche persone, che stanno o si pensano comunemente
insieme: d. il concetto di solidarietà da quello di patria; d. le
forze; d. le proprie responsabilità, dichiarare
di non condividere le opinioni e le azioni di qualcuno del proprio gruppo; nel
rifl., staccarsi, dividersi da altri, soprattutto in questioni
ideologiche: dissociarsi da un’organizzazione (di cui si
faceva parte); dissociarsi dalle opinioni, o dalle proposte, della
maggioranza; mi dissocio dalla tua iniziativa, non
intendo farne più parte.
(Dalla Treccani in linea)
1. La moneta
vaticana
…La serie è
composta da 8 monete, sul rovescio ci sono le caratteristiche tecniche uguali
per tutti i paesi aderenti alla moneta unica europea. Sul dritto è raffigurato
lo stemma di Papa Francesco, Sovrano dello Stato del Vaticano, la scritta
“Città del Vaticano” e dodici stelle. La serie è disponibile in due versioni:
la prima con la moneta da 20 euro in argento e la seconda con la moneta in oro
da 50 euro. La moneta in argento da 20 euro, opera di Chiara Principe, è
dedicata ad un argomento attuale che sta molto a cuore a papa Francesco: le
cure per contrastare la pandemia e la necessità di vaccinarsi. Sulla
moneta sono raffigurati un medico, un infermiere e un ragazzo che è
pronto a farsi iniettare il vaccino. Il Santo Padre ha più volte
sottolineato l’importanza della vaccinazione, ricordando che la cura della
salute è “un obbligo morale” ed è importante “proseguire lo sforzo per
immunizzare anche i popoli più poveri”…
Ecco come è
introdotta la moneta vaticana. L’immagine mi era stata segnalata da Martin Steffens, giovane filosofo francese, critico dell’attitudine
ufficiale della gerarchia ecclesiastica sulle politiche riguardanti la gestione
dell’epidemia Covid.
Se ancora
esistevano dubbi a riguardo, la moneta in questione è una rivelazione, uno
smascheramento che insinua più o meno apertamente almeno tre messaggi:
Adesione: mentre ancora ferve il dibattito,
almeno contradditorio, tra chi vuole includere i bambini nella vaccinazione e
chi ritiene che essa sia non solo inutile ma dannosa, il ‘Vaticano’ prende
posizione. In virtù di un mandato che appartiene al ‘Capo dello Stato
vaticano’, lo stesso che molto democraticamnete obbliga i propri dipendenti a
vaccinarsi pena l’esclusione dal lavoro, diritto e dovere di ogni cittadino.
Nello stesso stato vaticano le organizzazioni sindacali sono vietate, malgrado
l’esistenza di una ‘Dottrina Sociale’ della Chiesa che ne auspica l’esistenza e
l’azione. Tramite l’immagine citata si opera un’adesione incondizionata e
evidente alle politiche sanitarie ‘imposte’ da scelte la cui validità scientifica è stata messa in discussione da persone
competenti e preparate.
Il fatto di
presentare in modo iconico il medico ( la scienza), l’infermiere (la cura), il
ragazzo e la siringa è inequivocabile: la salvezza è a portata di…siringa.
Arroganza. Detta conclusione ‘monetaria’
appare nel contempo arrogante perché esclude ogni possibile scelta alternativa,
per quanto fondata essa sia. La stessa accomodante arroganza, d’altra parte,
che ha accompagnato l’adesione alle scelte dei decreti legge durante la
‘crisi’, creata o presunta essa sia stata. Vi sono state decine di
dichiarazioni ufficiali, da parte di migliaia di scienziati che hanno messo in
serio dubbio le politiche di gestione della pandemia. Dal confinamento, al
distanziamento sociale per passare all’uso intimidatorio delle mascherine.
Tutto falsamente omogeneo e in consonanza con la scienza che invece è apparsa
come la grande perdente di tutte queste operazioni. Lo ricorda l’antropologo
della salute Jean Michel Dominique: la medicina non è una scienza ma un’arte
che si avvale della scienza…!
Manipolazione. Quasi per caso appare,
nell’immagine citata, una piccola croce appena sopra il capo del ragazzo
rappresentato, mascherato come i due personaggi che lo attorniano. La croce
che, in tutto il periodo citato, è stata usata e abusata per giustificare o
proteggere le scelte governative di controllo sociale col pretesto della
gestione della malattia. Una profanazione che, vista dal lontano/vicino Sahel
dove ben altri sono stati i problemi di questo tempo, ha posto la ‘nuda vita’ ,
per dirla con l’amico Giorgio Agamben, come la nuova religione assoluta.
Dov’era dunque la croce quando morivano, sole e abbandonate le persone anziane
nelle case di riposo (eterno), nelle chiese sostanzialmente chiuse (neppure in
guerra era accaduto) e nel ‘distanziamento sociale’ (con che coraggio leggere
il vangelo nel quale il Cristo ‘tocca’ i lebbrosi?). Si tolga almeno la croce
dalla moneta…già i venditori nel tempio era stati avvisati a suo tempo…
Dovremmo altresì espungere, come ‘sovversivi, i santi che si mettevano sulle
spalle i malati, gli appestati o qualcuno come San Damiano de Veuster,
diventato a suo volta lebbroso per non rispetto delle distanze sanitarie. Lo
stesso accadde coi primi missionari che, sapendo di vivere per pochi mesi,
partivano nelle zone dove la malaria o la febbre gialla li avrebbero falcidiati.
Ora si muore, tristemente, di vecchiaia…con la croce del cimitero a fare
compagnia.
2. La
civiltà cattolica
Organo semi
ufficiale del Vaticano, perché diretto dai gesuiti sotto immediata obbedienza
papale. È con un notevole senso di sconcerto che, scorrendo un articolo sulla
‘vaccinazione’, si leggeva quanto segue (il grassetto è mio);
…papa
Francesco manifesta un approccio accogliente e costruttivo nei riguardi della
scienza…mostra che il contributo della ricerca scientica in campo sanitario,
che ha consentito di mettere a punto vaccini sicuri, efficaci, con
effetti indesiderati minimi e identificabili, testati cilinicamente in modo
esteso e rigoroso, può essere al servizio della salute quale bene comune e
globale…(Andrea Vicini s.j.- La civiltà cattolica, 4115, 2021, 433).
Una tale
leggerezza, cosciente o meno, è da considerare a-scientifica e, in fondo
a-morale, al di là del numero limitato di lettori di questa rivista: è il principio, lo stesso, che
viene così riconfermato. Alcune considerazione veloci:
– La
palese falsità dell’affermazione. Si sapeva o comunque si poteva supporre
che i ‘vaccini’ – vista l’origine sospetta di alcune della case farmaceutiche,
la manipolazione riconosciuta dei test vaccinali, l’opacità dei contratti
con gli Stati – avrebbe comportato problemi per i vaccinati. Così è stato,
com’è ampiamente documentato e riconosciuto dalle statistiche ufficiali. Com’è
stato riconosciuto dalle stesse ditte farmaceutiche, i test sono stati scelti,
ridotti e manipolati ed i risultati più sconcertanti espunti, con cognizione di
causa. La ‘civiltà cattolica’ ha così tolto la propria maschera perché
quanto scritto, indebitamente, su questo tema potrebbe essere riferito anche ad
altri: con quale credibilità.
(Il database
delle reazioni avverse ai farmaci dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) sta
ora segnalando 45.752 decessi e 4.522.307 reazioni avverse a seguito
dei vaccini COVID-19, mentre il sistema di registrazione degli eventi avversi
del vaccino degli Stati Uniti (VAERS) sta ora segnalando 29.031 decessi e
1.307.928 reazioni avverse a seguito della vaccinazione COVID- 19.8…La fonte di queste cifre è il sito
Data base Italia https://www.databaseitalia.it/).
– La
mancanza di discernimento e dunque l’imprudenza in un ambito nel quale
vale il famoso motto della medicina: primo non nuocere…Un farmaco in
sperimentazione che arriva di botto ad inondare il mercato farmaceutico, uno
dei grandi business dell’epoca in chiave di ‘religione sanitaria’, con buona
parte di politici e di comitati di gestione della crisi con conflitti di
interesse. Sottacendo che fin dall’inizio sono stato trovate e proposte
soluzioni alternative alla vaccinazione genica. Le cure domiciliari precoci,
l’insistenza sul rafforzamento del sistema immunitario con l’alimentazione, la
somministrazione di sostanze naturali e di sintesi, avrebbero permesso di
salvare molte vite. Si è preferito, come da copione sceso (divinamente?)
dall’alto di impedire ai medici di operare e si è preferito l’isolamento,
l’attendismo e il paracetamolo…Aberrazioni a dir poco criminali dal punto di
vista etico e scientifico (https://nouveau-monde.ca/balance-avantages-risques-des-injections-anti-covid19-au-28-juin-2022/).
– Connivenza dunque
con la ‘doxa’ accettata, trasmessa, propagandata dai media nazionali e
internazionali. Questo dovrebbe destare stupore per l’istituzione ecclesiale
che si è sempre vantata di ‘essere nel mondo ma non del sistema’. E invece, con
inusuale fretta, le ‘istituzioni vaticane’, tramite il capo supremo e le
conferenze episcopali, hanno facilitato il lavoro degli organi statali, come se
questi ultimi cercassero davvero il bene personale e comune dei cittadini.
Detta attitudine, esplicita o implicita, non ha fatto che favorire lo
scivolamento verso un totalitarismo medico le cui conseguenze sull’assetto
democratico sono estremamente deleterie. Una divisone tra buoni cittadini e
cittadini ‘recalcitranti’ si è potuta verificare con maggiore facilità perché
prima c’è stata la classificazione papale tra i buoni e fedeli cristiani
(vaccinati o vaccinandi) e gli altri, egoisti, superficiali o perlomeno
insubordinati all’ordine pubblico ecclesiale (i non vaccinati). L’idea, a
questo proposito, di ‘religione civile’ che puntella la religione sanitaria
dello stato, non è estranea ma consustanziale al ruolo che è stato affidato,
ormai da tempo, alla religione. Si è contribuito a creare cittadini
‘sottomessi’ all’autorità contro i diritti umani più elementari (di riunione,
di lavoro, di culto, di movimento…di aria libera e di un volto umano).
3.
L’alleanza tra Vaticano e capitalismo inclusivo
«È
necessario e urgente un sistema economico giusto, affidabile e in
grado di rispondere alle sfide più radicali che l’umanità e il Pianeta si
trovano ad affrontare. Vi incoraggio a perseverare lungo il cammino della generosa
solidarietà e a lavorare per il ritorno dell’economia e della finanza a
un approccio etico… cercando modi per rendere il capitalismo uno strumento più inclusivo…».
All’inizio
di dicembre del 2019, papa Francesco si era rivolto con queste
parole ai membri del nuovo “Consiglio per un capitalismo
inclusivo con il Vaticano”. Tra i manager che fanno parte del Consiglio,
figurano i dirigenti di colossi come Mastercard, Allianz, Merck,
CalPERS, Johnson & Johnson, State Street Corporation,
Bank of America, Fondazione Rockefeller. Ma sono presenti anche il
presidente di un colosso delle fonti fossili come British Petroleum e
perfino un membro del consiglio d’amministrazione della compagnia petrolifera
saudita Saudi Aramco.
«La vostra
presenza qui – ha affermato Bergoglio – è un segno di speranza,
perché avete riconosciuto le questioni che il nostro mondo è chiamato ad
affrontare e l’imperativo di agire con decisione per costruire un mondo
migliore. Vi esprimo la mia gratitudine per il vostro impegno
nel promuovere un’economia più giusta e umana». Inoltre, secondo il Financial Times, il Vaticano avrebbe anche «concesso
l’uso del proprio nome», ha scritto Valori nel gennaio 2021.
Sconfessione
della teologia popolare o della liberazione. Sappiamo che non si possono servire (o affidarsi a)
due padroni, camminare su due strade differenti. Da un lato si promuovono
alleanze coi movimenti popolari, coi poveri, non oggetti ma protagonisti di
trasformazione, come si afferma da sempre nella teologia della liberazione e in
quella popolare seguita e promessa finora, almeno nei discorsi, da Roma.
Eppure, nel contempo, ci si allea col ‘capitalismo inclusivo’, un ossimoro, una
contraddizione in temini, come ben si sa da sempre. Il capitalismo è nato senza
cuore e non sarà certamente un innesto chirurgico, sia pure col Vaticano, tutto
meno che innocente in ambito finanziario, a cambiarne i connotati. Ciò è
semplicemente scandaloso e, malgrado le tresche passate con il potere del
momento, i concordati con le dittature e gli arrangiamenti coi detentori della
ricchezza, non si era mai giunti a tanto. Com’è possibile andare dai poveri in
pellegrinaggio, ad esempio tra i campi per profughi o migranti e nel contempo
allearsi con coloro che direttamente o meno creano quanto sta accadendo in
termini di esclusione sociale e di sfruttamento globale?
Adeguamento
al ‘sistema Davos’, nel senso
che, in fondo, le politiche vaticane ‘Covid’ sono state finora sostanzialmente
funzionali al piano di ‘global reset’ promosso dalla cricca che organizza i famosi vertici dell’élite
economico-politica del mondo nella cittadine elvetica. Un piano che tendenzialmente
azzera lo spirito umano, l’anima, i desideri più grandi del cuore umano, per
appiattirsi su una rivoluzione transumanista che punta al controllo totale del
mistero della vita, una sorta di reinvenzione della creatura, fatta a immagine
e somiglianze delle intelligenze artificiali. Le scelte vaticane del periodo
della pandemia e successive, sono funzionali a questo sistema, senza una parola
di critica per favorire le lusinghiere sirene del consenso per attrarre
investimeni (in Vaticano?). La profezia di un mondo nuovo si identifica con le
politiche vaccinali, ideologiche ed economiche che permettono finalmente la
luce promessa dopo il buio dei mesi del confinamento. Nulla sarà più come
prima, si ripete incessantemente. Si attende il mondo secondo il vangelo di
‘Davos’, fondamentalmente idolatra (Mammona, in termini profetici), perché pone
al centro se stesso come unica salvezza.
La svendita
di un patrimonio unico antropologico al miglior acquirente è appunto ciò che sembra
accadere. La persona, il volto, la relazione, la com-unione di intenti e di
destino, tutto ciò è stato, in questo periodo, svenduto. Distanze, isolamento,
disinfezioni, conteggio di morti…Il processo si è rivelato fin dall’inizio, per
i più attenti osservatori, come l’uso egemonico-patologico della paura che ha
di fatto mutilato la civilizzazione e le più elementari nozioni di
convivialità. La morte di persone sole e abbandonate ne è stata la metafora
forse più emblematica. Com’è stato possibile rinunciare, in poche settimane e
con così poca resistenza, ad un patrimonio così ricco e articolato come quello
che ha contraddistinto la visione della persona come mistero di comunione e
relazione con il proprio destino, legato a quello degli altri. Si è poi
contrabbandato il concetto di ‘bene comune’ per l’obbligo vaccinale mentre
tutto, nella società, da anni spinge all’individualismo esacerbato e
consumista. Appare perlomeno sospetto che dei perfetti egoisti in economia,
politica ed etica diventino, senza colpo ferire, paladini del bene comune e
dell’abnegazione.
4. Obbligo
morale?
Dal momento
in cui è stato disponibile il primo dei vaccini contro l’epidemia Covid-19 un
coro pressoché unanime si è levato per sostenere l’obbligatorietà della
vaccinazione stessa, chi non volesse sottoporsi al trattamento verrebbe
emarginato. Le stesse persone che chiedono questo in nome di un bene collettivo
però devono sapere che la somministrazione di un farmaco sperimentale contro la
volontà del soggetto è inequivocabilmente in contrasto con le norme del Codice
di Norimberga redatto per definire la base giuridica della medicina nazista che
si andava a condannare nel tribunale. (Enzo Pennetta, gennaio 2021).
E poi di
quale obbligo morale si può parlare, visto che è da tempo risaputo che la
‘vaccinazione’ NON ferma la trasmissione del virus; il vaccinato dunque non è
un salvatore e il non vaccinato non è un untore. Si leggano in proposito gli
approfonditi studi della Commissione medico scientifica indipendente.
La libertà
di coscienza. La
stessa Unione europea si è affrettata ad adottare, nel giugno scorso, un
regolamento (il n. 953/2021, relativo all’EU Digital Covid Certificate), il cui
preambolo afferma la necessità di evitare la discriminazione diretta o
indiretta dei soggetti che “hanno scelto di non vaccinarsi”. I principi e
le norme in parola sono volti a salvaguardare i diritti e le libertà
fondamentali dell’uomo nei confronti delle applicazioni della biomedicina…
Rilevano, in modo specifico, il principio del primato dell’essere umano
sugli interessi della scienza e della società, nonché i principi di
precauzione, di beneficenza, di non maleficenza e di equo accesso alle cure
mediche.
Nella
prospettiva indicata, assume speciale rilevanza il dovere del medico/sperimentatore
di rispettare gli obblighi professionali ispirati al rigore, alla prudenza,
alla professionalità, all’onestà intellettuale e all’integrità morale non solo
nella trasparenza delle decisioni adottate e nell’utilizzo delle migliori
conoscenze disponibili, ma anche nella presentazione dei risultati scientifici
conseguiti (art. 4 della Convenzione di Oviedo, art. 13 della Dichiarazione
universale dell’UNESCO del 1997, art. 18 della Dichiarazione universale
dell’UNESCO del 2005).
(Il testo
originale del Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb, fondato dall’amico Luca Marini,
giurista).
La citazione
del papa, riportata all’inizio di questa lettera aperta, facente allusione
all’obbligo vaccinale
…Il Santo
Padre ha più volte sottolineato l’importanza della vaccinazione, ricordando che
la cura della salute è “un obbligo morale” ed è importante “proseguire lo
sforzo per immunizzare anche i popoli più poveri”…invita ad alcune
considerazioni.
La più
facile è quella di rilevare che i Paesi più poveri, tra questi il più povero in
assoluto nel quale si trova chi scrive, il Niger, è stato solo lievemente
sfiorato dalla pandemia. I tentativi di ‘facilitare’ o imporre il vaccino sono
sistematicamente caduti nel vuoto. In tutta l’Africa, a parte forse il
Sudafrica, il Marocco e l’Algeria colpiti in relativa misura, l’epidemia è
stata ben gestita, verrebbe da dire, grazie alla non-vaccinazione! Ma il punto
principale è legato, appunto, alla coscienza.
Da un lato, quando
conviene, si vogliono persone, cittadini, cristiani, consapevoli e responsabili
e dall’altra si ‘obbliga’- pena l’esclusione virtuale e reale dal lavoro, dalla
comunità – una parte di coloro che cercano di prendere sul serio la libertà di
coscienza. Sembra perlomeno contradditorio appellarsi al senso critico e alla
maturità dei cristiani nei confronti delle ideologie dominanti della società e
al contempo ‘imporre’ sotto pena di minaccia una visone unica, accomodante e
funzionale al potere del momento in ambito sanitario. Come non rilevare
la contradditorietà del modo di trattare chi, per legittima scelta, ha
rifiutato la vaccinazione e si è trovato ai margini della Chiesa. La
misericordia e l’attenzione dovuta a chi ha perso il lavoro e, spesso, la reputazione
avrebbe dovuto trovare accoglienza e ascolto nelle comunità cristiane.
La censura
precoce di altre possibilità terapeutiche si è sviluppata fin dall’inizio e la sola
prospettiva vaccinale presa come una garante di uscita dalla crisi
dell’epidemia. Come già sottolineato, si sono esclusi tutti i tipi di
trattamento di una malattia che in sé non era sconosciuta e di cui esistevano
dei protocolli di intervento. Fortunamente, anche nel momento più forte del
totalitarismo del pensiero unico sulla malattia, non sono mai mancate voci
‘furi dal coro’, come ad esempio, in Francia i dottori Laurent Toubiana e
Christian Perronne, competenti e stimati (prima delle loro prese di posizioni
fuori del coro…).
Uno dei siti
alternativi propone un articolo che contesta la narrazione ufficiale sulla
gravità della malattia, meno del previsto. Essa tocca prevalentemente una
fascia della popolazione, spesso con altre comorbidità…
…’La
médecine c’est soigner les gens, quant à la science elle consiste
principalement en l’observation… Et dans ce domaine, l’observation
faite par les praticiens de terrain à travers le monde a
mis en évidence plusieurs associations qui donnent de bons résultats :
l’association Hydroxychloroquine/Azithromycine/Zinc ou
l’association Macrolide/Céphalosporine/Zinc semblent éviter les formes
graves à condition d’être prises tôt dans l’infection. Utilisée en Afrique, l’Artemisia annua semble aussi avoir une efficacité contre le
covid . Aux stades plus avancés, l’on peut recourir aux corticoïdes comme
la dexaméthasone,
les anticoagulants pour
éviter les phénomènes de thromboses, ou encore l’oxygénothérapie .
( M. Annès
Bouria, un des signataires du remarquable Appel adressé par des soignants belges à leur gouvernement). Dal
testo originale in francese sul sito Anthropo-logique, di J.M. Dominique.
Correi dunque di uno stato di cose
che ha contribuito a trasformare una relativamente semplice malattia in una
pandemia ‘incontrollabile’ con lo scopo, appena larvato, di arrivare ad un
certificato vaccinale europeo che permetta di ‘controllare’ ogni cittadino. Le
ricadute, non è difficile immaginarlo, potrebbero andare verso una distopia che
solo la fantasia degli scrittori di fantascienza, potrebbero lasciar
indovinare. Una pesante responsabilità nei confronti di ciò che,
attraverso azioni o omissioni, mette le basi per un mondo (occidentale per
ora), sostanzialmente dominato dagli interessi delle grandi ditte farmaceutiche
e dei cosiddetti GAFA…
Conclusione
Che tempo fa
dall’altra parte del mondo?
Chi scrive
ha passato buona parte lontano dai centri di potere, come missionario
apprendista in Costa d’Avorio, Argentina, Liberia e, da oltre 11 anni, nel
Niger della sabbia. Chi scrive, nel mese di luglio del 1982, è stato
salvato da operazioni e cure mediche nell’ospedale pubblico San Martino di
Genova e non ha mai disdegnato le vaccinazioni. Chi scrive, oltre
quelle dell’infanzia, ha assunto il vaccino contro la febbere gialla e, prima
di partire la prima volta per il Niger nel 2011, è stato volontariamente
vaccinato contro una delle forme più diffuse della meningite. Non c’è
traccia, in chi scrive, di preclusioni nei confronti dei vaccini ma c’è
‘resistenza’ nei confronti di una visione totalitaria della risposta politica
alla ‘pandemia’ Covid.
Infatti una
cosa è la malattia e altra sono le politiche di uso della malattia per
controllare, modificare e preparare un mondo diverso e funzionale all’egemonia
di una élite che, per usare una metafora evangelica, sotto l’apparenza di
‘agnelli’ benefattori illuminati dell’umanità, mostra lupi feroci. Peccato che
alcune istituzioni vaticane, e non delle minori, abbiano accettato di
collaborare con loro. Molti altri, pagando di persona e discriminati
all’interno della stessa Chiesa e nella società come cittadini, hanno scelto di
r-esistere.
Niamey, luglio 2022
P.S.- In
tutti questi anni lo stato italiano mi ha ignorato. Per rinnovare il passaporto
scaduto e con un’ambasciata a Niamey, con tanto di militari, di controllo di
frontiere e migranti, sono dovuto andare fino ad Abidjan, in Costa d’Avorio…
Da casa mi
si comunica che c’è in atto un procedimento amministrativo che comporterebbe
una penalità di 100 euro per non compimento vaccinale. Mi è stata chiesta copia
della carta d’identità e del codice fiscale. … Ecco il benvenuto in patria dopo
tre anni di assenza…
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