Perché gli scavi vengono eseguiti oggi quando il progetto è stato completato? Sono illegali duecento manifestanti pacifici o il Comune di Roma?
Lunedì
scorso un nutrito gruppo di cittadini del quartiere romano di Pietralata ha
manifestato pacificamente contro il tentativo di distruggere il bosco
esistente con il pretesto della esecuzione degli scavi archeologici
per realizzare lo stadio. Esercitavano un diritto
irrinunciabile, quello di dissentire da decisioni che non condividono, e lo
hanno fatto in maniera assolutamente pacifica. E’ la Costituzione repubblicana
che riconosce quel diritto.
E invece il sindaco Gualtieri e il suo assessore
all’Urbanistica hanno avuto una crisi isterica, affermando che impedire
l’apertura del cantiere è stato un inaccettabile sopruso, un
affronto alla legalità. I cittadini che manifestano sono illegali.
Davvero?
Davvero credono di convincere tutte le persone che hanno legittimi dubbi sul
nuovo stadio accusando altri di illegalità? Purtroppo per loro è vero l’esatto
contrario: è lo stadio di Pietralata ad essere illegale. Vediamone
i tre aspetti più gravi.
Ormai è evidente a
tutti che l’area verde esiste ed è in ottima salute. In queste settimane c’è un
importante dibattito tra periti nominati dalla Magistratura per chiarire il
regime giuridico del bosco stesso e proprio in un momento così delicato con il
pretesto degli scavi archeologici si vorrebbe distruggerlo! Questa non è
legalità. E’ invece legale difendere l’integrità del bosco come
hanno fatto i cittadini di Pietralata.
Ma non è il
fatto più grave. Era stato infatti annunciato che il progetto definitivo dello
stadio (e cioè un livello di progettazione molto dettagliato) sarebbe stato
presentato all’opinione pubblica il 21 aprile scorso. Le leggi
dello Stato obbligano ad eseguire gli scavi archeologici prima di
avviare le fasi progettuali di dettaglio come quella che si voleva
presentare ad aprile. Come mai il sindaco e il suo assessore non hanno preteso
che la Roma calcio eseguisse gli scavi negli scorsi anni come
prescrivono le norme. Perché gli scavi vengono eseguiti oggi quando il
progetto è stato completato? Sono illegali duecento manifestanti
pacifici o lo è il Comune di Roma che non ha preteso l’esecuzione degli scavi
preventivi archeologici?
Ma c’è
ancora di peggio. Con le regole urbanistiche in vigore dal 2008, la Roma calcio
non avrebbe potuto neppure progettare lo stadio perché il luogo prescelto è
così piccolo che non c’è lo spazio fisico per costruire i parcheggi indispensabili
per un’opera che richiama ogni volta decine di migliaia di automobili. La
soluzione è arrivata dal Consiglio comunale poco tempo fa: è stato
variato anche l’articolo delle norme tecniche che non consentiva di
realizzare lo stadio. I parcheggi da realizzare sono stati ridotti proprio per
favorire la realizzazione dello stadio.
Una
decisione irresponsabile: qual è il problema più avvertito da tutti i romani?
La congestione del traffico e la mancanza di aree di parcheggio. Gualtieri e i
suoi cari hanno deciso che per costruire uno stadio da 60mila posti non servono
parcheggi, perché, sostengono, i tifosi ci andranno in metropolitana. Ripeto,
non sono i cittadini ad essere illegali, rivendicano il loro diritto ad
avere una città che funziona.
Sono da
decenni noti i danni che provoca la presenza dello stadio Olimpico nei
quartieri del Flaminio e di ponte Milvio. Eppure in quel quadrante urbano
esiste una enorme offerta di posti auto nella zona della Farnesina e
dei lungotevere. Ciononostante quei quartieri di bloccano quando si giocano le
partite di calcio: a Pietralata si creerà una situazione ben peggiore perché
non ci sono aree di sosta.
A Roma
esiste un buon numero di luoghi adatti a realizzare uno stadio in modo veloce e
positivo per tutta la città. Pochi giorni fa una importante carica
istituzionale, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Fabio
Rampelli, ha ragionevolmente proposto di abbandonare la folle scelta di
Pietralata e di realizzare lo stadio sulle aree pubbliche dell’Università di
Tor Vergata. Aree interamente pubbliche servite da un’autostrada, dal Grande
raccordo anulare, dalla linea “C” della metropolitana e da una linea tramviaria
veloce di prossima realizzazione. Se il buon senso alberga ancora in
Campidoglio è venuto il momento di abbandonare la follia di Pietralata.
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