Le pale eoliche sono
come gli ospedali?
Da quando la Sardegna ha iniziato la grande mobilitazione popolare contro
l’assalto speculativo delle grandi multinazionali dell’eolico e del fotovoltaico,
assistiamo a piccole violenze verbali, semi di dubbio pretestuosi che gli
emissari dei signori della transizione instillano nel dibattito pubblico.
L’obiettivo è avvelenare la discussione sul tema e spostare la cornice
interpretativa, e quindi la lettura del problema e degli intenti politici che
si vogliono perseguire. Nello specifico, la lettura che questi avvelenatori di
pozzi vogliono dare è la seguente: le pale eoliche sono buone a prescindere e
le richieste dei comitati sono da ascoltare soltanto nella misura in cui non si
oppongono all’aspetto strutturale della questione, ma hanno solo delle
rimostranze di carattere estetico e modale, a cui si può venire incontro dando
l’illusione di voler concordare delle «aree idonee».
Ma noi sappiamo che gli indicibili orrori che ogni singolo progetto di
impianto industriale eolico presentato a oggi porta con sé discendono da un
atto strutturale di violenza – appropriazione, dominio, profitto. In una
parola, coloniale – che il tardo-capitalismo morente sta
imponendo nel suo ultimo, disperato tentativo di ristrutturarsi dopo l’ultima
crisi. Questa distruzione creatrice di schumpeteriana memoria è da loro
chiamata “transizione green”. Da questo, discendono due considerazioni
importanti. Primo: anche se ci fosse il progetto di un solo impianto
industriale eolico, lì si troverebbe la violenza di mille impianti eolici,
perché la violenza strutturale sta a monte. Secondo: se anche il
parco eolico fosse fatto in una zona, ammesso che ce ne siano, innocente,
l’atto di violenza resterebbe lo stesso. Uno stupro rimane uno stupro anche se
il carnefice concede alla vittima la possibilità di scegliere il luogo dove
consumare la violenza.
Per far passare l’idea che le pale eoliche siano buone, belle e giuste a
prescindere, come i trascendentali medievali, e che le loro claritas, integritase debita
proportio bastino da sole a emendare tutta la violenza speculativa che
ci sta dietro, i corifei della transizione, di cui si è parlato prima, stanno
facendo passare l’idea che, non ridete, «le pale eoliche sono come gli
ospedali, quindi più ce ne sono meglio è». E quale mostro mai si opporrebbe
all’edificazione di un ospedale? Al più bisogna discutere dei punti più
intelligenti dove piazzarli. Ma un ospedale è sempre buono in quanto tale,
perché senza ospedali la gente muore. Tagliare qualche alberello è un
sacrificio da compiere per il bene collettivo.
Con un piccolo sforzo, potremmo rileggere la metafora in altro modo.
Appropriandoci della loro fatica per far passare questo piccolo paragone, ma
vanificando il loro lavoro politico. Perché è vero che gli impianti
eolici e fotovoltaici sono come gli ospedali, ma non nel senso che intendono
loro.
La metafora completa sarebbe più o meno così: gruppi finanziari e grandi
multinazionali di USA ed Europa decidono di costruire delle cliniche private
per avviare un business di turismo medico per i milionari del nord Italia. Per
questo, inondati di soldi pubblici e sfruttando le (malevolmente) larghe maglie
legislative, iniziano a fare domande allo Stato per espropriare terreni in
Sardegna. Alla popolazione comunicano che stanno costruendo ospedali, gli
stolti ripetono che è giusto che vengano costruiti ospedali. Si impadroniscono
delle terre, distruggendo il tessuto socio-economico delle comunità locali,
sfrattano pastori, agricoltori, imbruttiscono i siti archeologici, sradicano
querce secolari, mettono in pericolo flora e fauna, stressano la biodiversità,
edificano a ridosso di chiese millenarie e di torri nuragiche – con il placet
del Consiglio di Stato che da ragione agli speculatori in nome dell’interesse
nazionale![1].
Alla popolazione dicono che stanno costruendo ospedali, gli stolti ripetono che
è giusto che vengano costruiti ospedali. Infine – ma noi sappiamo che la nostra
storia finirà in modo diverso – la Sardegna si ritrova ripiena di questi
ecomostri, in cui i sardi non si potranno curare, in quanto strutture
proibitive e comunque rivolte a ben altri clienti. I signori delle cliniche
guadagno milioni su milioni tra finanziamenti pubblici, certificati health e
rimborsi statali dati in base ai posti letto disponibili (anche se per il 90%
rimangono vuoti). Alla popolazione comunicano che stanno costruendo ospedali,
gli stolti ripetono che è giusto che vengano costruiti ospedali. Chi è in
malafede, invece, spiega con supponenza che basta guardare la scritta
“Ospedale” per curarsi.
[1] https://www.lanuovasardegna.it/regione/2024/04/08/news/pale-eoliche-accanto-alla-basilica-di-saccargia-il-consiglio-di-stato-respinge-il-ricorso-della-regione-via-libera-al-progetto-1.100503147.
Nessun commento:
Posta un commento