Durante il confronto tra i sindaci della Barbagia
Mandrolisai e la Governatrice Todde, i delegati del Comitato sulla sanità del luogo,
presenti all’incontro, hanno appreso che la Presidente si è assunta la
responsabilità di bloccare la delibera che apriva la strada all’assunzione dei
medici cubani. Ma il Comitato si chiede: “Non sarebbe meglio assumere un medico
cubano a 4000 al mese piuttosto che pagare circa 1000 al giorno un medico a
gettone?”
La recente visita istituzionale della governatrice della Sardegna agli
amministratori del territorio nuorese, tenutasi a Sorgono, delude il Comitato
Sos sanità Barbagia Mandrolisai.
“Durante il confronto aperto con i Sindaci
dell’intera nostra area territoriale – spiega a Quotidiano Sanità Bachis Cadau, portavoce
del comitato - che le hanno esposto le varie vertenze della nostra comunità,
abbiamo appreso che la Presidente Alessandra Todde si è
assunta la responsabilità di bloccare la delibera che apriva la strada
all’assunzione dei medici Cubani. La sua affermazione per noi è stata pari ad
una doccia fredda!”
L’iniziativa in
merito alla procedura per la sottoscrizione di un accordo di collaborazione per
l’attività di supporto al SSR tra il Governo della Repubblica di Cuba e la
Regione Autonoma della Sardegna era stata presentata dall’assessore Carlo Doria
lo scorso anno. Nel mese di gennaio 2024 Doria aveva inoltre annunciato, da
quel che si era appreso da testate stampa locali, che in Sardegna sarebbero
dovuti arrivare “128 medici e 30 infermieri da destinare alle sedi più
critiche, con un contratto fino al 31 dicembre 2025 con possibilità di
rinnovo”.
Quell’iniziativa voleva essere anche una
risposta dell’ex assessore agli appelli persistenti del Comitato Sos
Barbagia-Mandrolisai sul problema delle carenze di organico, auspicando in una
soluzione.
“Siamo in presenza di un atto a nostro avviso
negativo – tuona Bachis -, da
considerarsi uno scippo istituzionale vero e proprio. La Governatrice congela
infatti i 12 milioni già deliberati per fare arrivare i medici cubani, che non
sono medici a gettone, e che aspettavamo perché rappresenterebbero ‘un
toccasana’ per l’ospedale San Camillo e tutti gli ospedali periferici. Ci
contavamo, era da tanto tempo che incalzavamo i vertici asl e regionali, lo
stesso Doria diceva che l’iter era attivo ed a buon punto”.
“E’ innegabile che seppur in ritardo – prosegue
il portavoce del Comitato -, ma la precedente giunta ha lasciato in eredità un
ottimo strumento, una ottima legge tra l’altro bipartisan. Ci lascia perplessi
e con l’amaro in bocca il fatto che la presidenza si sia fatta carico di non
utilizzare questa opportunità”.
“Ci chiediamo: ma non sarebbe meglio assumere un medico cubano
a 4000 al mese piuttosto che pagare circa 1000 al giorno un medico a gettone?
Tenuto conto che il bando Ares prevede per i cosiddetti ‘medici in affitto’
una retribuzione pari a 85 euro l’ora”.
“Vorremo poter comprendere quale strategia
sanitaria intendono applicare. Abbiamo necessità di risposte concrete. Nel
frattempo ci sia concesso se pure abbiamo sentito di nutrire tante perplessità
dalle notizie apprese, senza che sia stata citata alcuna alternativa al blocco
dell’assunzione dei medici cubani” – conclude Bachis.
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