Un sacco di domande, lo so.
Anche io ce le ho.
Perche’? Perche’
non si fermano le fiamme?
Iniziamo con le
responsabilita’ individuali, che certo ci sono.
Il sindaco Karen
Bass non ha fatto una gran figura. Ha tagliato i fondi ai pompieri di quasi 18
milioni di dollari, ha considerato secondario far si che le pompe dell’acqua
funzionassero, che ci fosse manutenzione nella cura di sterpaglie in zone
altamente incendiabili, ed e’ andata a far non si sa che cosa in Ghana mentre
che qui bruciava. Non risponde alle domande della stampa. Nel frattempo abbiamo
speso 10, 20, 30 billion dollars, non si sa, sui senza tetto in nome di una
compassione malata.
Ma il problema e’
molto piu’ profondo, io penso e pure se avessimo avuto Churchill o Roosevelt
alla guida di questa citta’ i danni sarebbero stato ingenti.
Sono arrivata qui
nel 1999, per caso quasi, nel senso che non sapevo niente di Los Angeles, se
non che c’era il sole pure d’inverno.
Pero’ mi piace
sapere, e capire, e conoscere, ed ho letto un sacco di libri sulla sua storia.
Proprio per farla mia. Ho cercato di visitare tutti gli angoli piu o meno
famosi della contea. Non ho ancora finito, ed e’ interessantissimo. A tutti
quelli che sono curiosi, consiglio i libri di Mike Davis, City of Quartz e
sopratutto Ecology of Fear. Ce ne sono tanti altri, di Joan Didion e di Reyner
Banham. E questo e’ quello che ho imparato.
Los Angeles non e’
una citta’ europea, proprio a partire dalla sua geografia, e dal suo clima. E’
anche una citta’ giovane, la cui urbanizzazione a grande scala arriva nel
dopoguerra. E l’averla sviluppata come una citta’ europea, cosi in fretta, alla
lunga, non e’ stata una cosa intelligente.
Essenzialmente,
mentre sulla East Coast e in Europa in qualche modo la natura la puoi piu’ o
meno domare, qui assolutamente no e devi essere preparato per eventi estremi ma
rari. Ottant’anni sono pochi.
Innanzitutto
l’idea delle stagioni in senso trimestrale qui e’ secondaria. Molto piu’
importanti sono i cicli che possono durare anni. Ci sono gli anni della
siccita’ e gli anni delle piogge. E di mezzo, alluvioni, venti, terremoti, che
possono diventare estremi proprio per questi cicli prolungati.
Quando piove qui,
piove tanto. E’ una pioggia sempre scrosciosa e abbondante che dura per giorni,
e si concentra in Febbraio. A volte a causa di queste piogge ci sono le
alluvioni e gli smottamenti. Soprattutto c’e’ vegetazione che cresce
incontrollata nelle aree non addomesticate, per esempio nei canyon e nelle
vallate, e pure in quelle domesticate, cioe’ nei giardini. Dopo le piogge, la
fioritura e’ spettacolare e la gente va a vedere i papaveri e quelli che qui
chiamano flower bloom.
Questo succede
sempre, ma ovviamente e’ tutto piu’ potente, e i fiori piu’ belli, negli anni
delle piogge abbondanti.
Poi arrivano
Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre.
Sono questi i mesi
piu’ caldi, anche nelle annate di pioggia, e tutto si secca. E iniziano gli
incendi che possono essere piu o meno infernali, alimentati da tutto quello che
era cresciuto a Febbraio o Marzo.
Alla fine
dell’anno, quando la temperatura e’ piu’ fresca e il clima e’ piu’ secco, puntuali
compaiono i venti di Sant’Ana. Anche questi forti, fulminanti. Cadono tutte le
fronde delle palme.
Ora in annate
normali, questi venti di fine anno e la calura estiva non si incrociano troppo
e quindi il pericolo incendi non e’ troppo grave a Dicembre o Gennaio.
Pero’ in questo
tempo di cambiamenti climatici, non c’e’ niente di normale.
E infatti, il
2022-2024 e’ stato un ciclo di piogge abbondantissime. Piogge record. Solo agli
inizi del 1900 piovve cosi tanto per 3 anni di fila. Pero’ non piove da 9 mesi
ormai, perche’ forse entriamo nel ciclo della siccita’, una siccita’ acuita dal
clima che cambia.
E cosi arriviamo a
Gennaio 2025.
L’umitita’ e’
bassissima rispetto alla media.
La vegetazione di
Febbraio e Marzo 2024, ora secca, e’ foltissima rispetto alla media.
I venti di Santa
Ana sono piu’ forti della media.
Metti tutto
assieme e voila’, basta uno starnutino per fare venire l’incendio, Gennaio o
Luglio che sia.
C’e’ di piu’.
La popolazione
aumenta e si continua sempre di piu’ a costruire nelle zone di montagna o in
zone arroccate. Pacific Palisades e’ una di queste zone (per ricchi) e pure
Malibu (per quelli ancora piu’ ricchi), e pure Altadena (per quelli un po meno
ricchi).
Ma le stradine in
tutti e tre i posti sono sempre le stesse, piccole e anguste. La gente e’
tanta, le ville megagalattiche sempre piu megagalattiche. Anche se circondate
da giardini, la densita’ e’ elevata a sufficenza in tutti questi posti per
creare queste ondate di fiamme, specie quando ci sono i venti, con il fuoco che
passa da una casa all’altra.
Un tempo qui
c’erano ranch e poi agricoltura, limoni e aranceti, adesso il costruito non
finsice mai.
La palme,
bellissime ma non autoctone, sono dei veri e propri tramiti per lo spargersi
delle fiamme. Le braci vanno in alto, si attaccano alle palme e il fuoco
cammina.
Il fatto che
restino solo i camini dopo gli incendi, o che molte costruzioni di mattoni del
1920 sono resistite ci ricordano pure che costruire in legno non e’ proprio il
massimo. Come pure avere i pali della luce in legno. Quelli del far west che
fanno cosi California nella valle della morte o lungo le strade di Hollywood. A
volte sono proprio questi pali che trasmettono il fuoco. E poi quando crollano
se ne va pure la corrente.
Tutte queste cose
creano situazioni esplosive.
Quelli delle
assicurazioni lo sanno, e quindi ogni anno i costi aumentano. Per assicurare
una casa a Malibu ci vogliono circa 15,000 dollari l’anno, in aggiunta a tasse
ed assicurazioni di altro genere. Alcune ditte assicuratrici si rendono conto
che non ce la potrebbero fare mai con tutte le regole che ci sono qui, e quindi
abbandonano la California completamente, rendendo sempre piu difficile e
costoso assicurarsi.
E’ per questo che
occorre avere memoria dei cicli stagionali, e sapere che qui e’ tutto estremo.
E per questo che occorre essere sempre pronti. Le sterpaglie vanno pulite, le
pompe devono essere sempre alla massima pressione. Il numero dei pompieri non
puo’ essere tagliato. E infine occorre cercare di costruire con piu’ spazi fra
i confini. Ma la memoria e’ breve, e come detto ottant’anni sono pochi. I
politici dimenticano e pensano che spendere i soldi per pompe e sterpaglie e
vigli del fuoco non sia cosi sexy come iniziative per la diversity o per le
olimpiadi.
Terremoti, piogge,
alluvioni, siccita’, fiamme. Tutto estremo.
Ma allora perche’
uno resta qui?
La verita’ e’ che
non lo so con certezza.
Quando una arriva
qui si rende conto che tutto quello che ne farai della California arrivera’ da
te. Certo e’ stato cosi per me. Uno si sente un po pioniere, e fra le cose che
ti rendono pioniere c’e’ la determinazione, la voglia di metterti alla prova,
di provarci nonostante tutte le incertezze attorno a te. Terremoti, piogge,
alluvioni, siccita’, fiamme. Lo sai che arriveranno, ma vai avanti lo stesso.
Fa parte dell’incertezza del tuo futuro.
E quando arrivano
questi disastri, e a un certo punto lo sai che arriveranno, e ti fanno male, e’
li che ti accorgi che sei diventato un po’ californiano pure tu.
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