lunedì 13 gennaio 2025

Pensieri angelini, per capire il perche' - Maria Rita D'Orsogna

Un sacco di domande, lo so.

Anche io ce le ho.

Perche’? Perche’ non si fermano le fiamme?

Iniziamo con le responsabilita’ individuali, che certo ci sono.

Il sindaco Karen Bass non ha fatto una gran figura. Ha tagliato i fondi ai pompieri di quasi 18 milioni di dollari, ha considerato secondario far si che le pompe dell’acqua funzionassero, che ci fosse manutenzione nella cura di sterpaglie in zone altamente incendiabili, ed e’ andata a far non si sa che cosa in Ghana mentre che qui bruciava. Non risponde alle domande della stampa. Nel frattempo abbiamo speso 10, 20, 30 billion dollars, non si sa, sui senza tetto in nome di una compassione malata.

Ma il problema e’ molto piu’ profondo, io penso e pure se avessimo avuto Churchill o Roosevelt alla guida di questa citta’ i danni sarebbero stato ingenti.

Sono arrivata qui nel 1999, per caso quasi, nel senso che non sapevo niente di Los Angeles, se non che c’era il sole pure d’inverno.

Pero’ mi piace sapere, e capire, e conoscere, ed ho letto un sacco di libri sulla sua storia. Proprio per farla mia. Ho cercato di visitare tutti gli angoli piu o meno famosi della contea. Non ho ancora finito, ed e’ interessantissimo. A tutti quelli che sono curiosi, consiglio i libri di Mike Davis, City of Quartz e sopratutto Ecology of Fear. Ce ne sono tanti altri, di Joan Didion e di Reyner Banham. E questo e’ quello che ho imparato.

Los Angeles non e’ una citta’ europea, proprio a partire dalla sua geografia, e dal suo clima. E’ anche una citta’ giovane, la cui urbanizzazione a grande scala arriva nel dopoguerra. E l’averla sviluppata come una citta’ europea, cosi in fretta, alla lunga, non e’ stata una cosa intelligente.

Essenzialmente, mentre sulla East Coast e in Europa in qualche modo la natura la puoi piu’ o meno domare, qui assolutamente no e devi essere preparato per eventi estremi ma rari. Ottant’anni sono pochi.

Innanzitutto l’idea delle stagioni in senso trimestrale qui e’ secondaria. Molto piu’ importanti sono i cicli che possono durare anni. Ci sono gli anni della siccita’ e gli anni delle piogge. E di mezzo, alluvioni, venti, terremoti, che possono diventare estremi proprio per questi cicli prolungati.

Quando piove qui, piove tanto. E’ una pioggia sempre scrosciosa e abbondante che dura per giorni, e si concentra in Febbraio. A volte a causa di queste piogge ci sono le alluvioni e gli smottamenti. Soprattutto c’e’ vegetazione che cresce incontrollata nelle aree non addomesticate, per esempio nei canyon e nelle vallate, e pure in quelle domesticate, cioe’ nei giardini. Dopo le piogge, la fioritura e’ spettacolare e la gente va a vedere i papaveri e quelli che qui chiamano flower bloom.

Questo succede sempre, ma ovviamente e’ tutto piu’ potente, e i fiori piu’ belli, negli anni delle piogge abbondanti.

Poi arrivano Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre.

Sono questi i mesi piu’ caldi, anche nelle annate di pioggia, e tutto si secca. E iniziano gli incendi che possono essere piu o meno infernali, alimentati da tutto quello che era cresciuto a Febbraio o Marzo.

Alla fine dell’anno, quando la temperatura e’ piu’ fresca e il clima e’ piu’ secco, puntuali compaiono i venti di Sant’Ana. Anche questi forti, fulminanti. Cadono tutte le fronde delle palme.

Ora in annate normali, questi venti di fine anno e la calura estiva non si incrociano troppo e quindi il pericolo incendi non e’ troppo grave a Dicembre o Gennaio.

Pero’ in questo tempo di cambiamenti climatici, non c’e’ niente di normale.

E infatti, il 2022-2024 e’ stato un ciclo di piogge abbondantissime. Piogge record. Solo agli inizi del 1900 piovve cosi tanto per 3 anni di fila. Pero’ non piove da 9 mesi ormai, perche’ forse entriamo nel ciclo della siccita’, una siccita’ acuita dal clima che cambia.

E cosi arriviamo a Gennaio 2025.

L’umitita’ e’ bassissima rispetto alla media.

La vegetazione di Febbraio e Marzo 2024, ora secca, e’ foltissima rispetto alla media.

I venti di Santa Ana sono piu’ forti della media.

Metti tutto assieme e voila’, basta uno starnutino per fare venire l’incendio, Gennaio o Luglio che sia.

C’e’ di piu’.

La popolazione aumenta e si continua sempre di piu’ a costruire nelle zone di montagna o in zone arroccate. Pacific Palisades e’ una di queste zone (per ricchi) e pure Malibu (per quelli ancora piu’ ricchi), e pure Altadena (per quelli un po meno ricchi).

Ma le stradine in tutti e tre i posti sono sempre le stesse, piccole e anguste. La gente e’ tanta, le ville megagalattiche sempre piu megagalattiche. Anche se circondate da giardini, la densita’ e’ elevata a sufficenza in tutti questi posti per creare queste ondate di fiamme, specie quando ci sono i venti, con il fuoco che passa da una casa all’altra.

Un tempo qui c’erano ranch e poi agricoltura, limoni e aranceti, adesso il costruito non finsice mai.

La palme, bellissime ma non autoctone, sono dei veri e propri tramiti per lo spargersi delle fiamme. Le braci vanno in alto, si attaccano alle palme e il fuoco cammina.

Il fatto che restino solo i camini dopo gli incendi, o che molte costruzioni di mattoni del 1920 sono resistite ci ricordano pure che costruire in legno non e’ proprio il massimo. Come pure avere i pali della luce in legno. Quelli del far west che fanno cosi California nella valle della morte o lungo le strade di Hollywood. A volte sono proprio questi pali che trasmettono il fuoco. E poi quando crollano se ne va pure la corrente.

Tutte queste cose creano situazioni esplosive.

Quelli delle assicurazioni lo sanno, e quindi ogni anno i costi aumentano. Per assicurare una casa a Malibu ci vogliono circa 15,000 dollari l’anno, in aggiunta a tasse ed assicurazioni di altro genere. Alcune ditte assicuratrici si rendono conto che non ce la potrebbero fare mai con tutte le regole che ci sono qui, e quindi abbandonano la California completamente, rendendo sempre piu difficile e costoso assicurarsi.

E’ per questo che occorre avere memoria dei cicli stagionali, e sapere che qui e’ tutto estremo. E per questo che occorre essere sempre pronti. Le sterpaglie vanno pulite, le pompe devono essere sempre alla massima pressione. Il numero dei pompieri non puo’ essere tagliato. E infine occorre cercare di costruire con piu’ spazi fra i confini. Ma la memoria e’ breve, e come detto ottant’anni sono pochi. I politici dimenticano e pensano che spendere i soldi per pompe e sterpaglie e vigli del fuoco non sia cosi sexy come iniziative per la diversity o per le olimpiadi.

Terremoti, piogge, alluvioni, siccita’, fiamme. Tutto estremo.

Ma allora perche’ uno resta qui?

Perche’ io vivo qui?

La verita’ e’ che non lo so con certezza.

Quando una arriva qui si rende conto che tutto quello che ne farai della California arrivera’ da te. Certo e’ stato cosi per me. Uno si sente un po pioniere, e fra le cose che ti rendono pioniere c’e’ la determinazione, la voglia di metterti alla prova, di provarci nonostante tutte le incertezze attorno a te. Terremoti, piogge, alluvioni, siccita’, fiamme. Lo sai che arriveranno, ma vai avanti lo stesso. Fa parte dell’incertezza del tuo futuro.

E quando arrivano questi disastri, e a un certo punto lo sai che arriveranno, e ti fanno male, e’ li che ti accorgi che sei diventato un po’ californiano pure tu.

da qui

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