Ogni gesto conta, perché ogni vita conta. Oltre ogni appartenenza di specie
In un angolo di un
Libano ancora segnato dalla violenza degli attacchi israeliani, sorge un luogo
di speranza e compassione: Woof n’ Wags.
Questo rifugio
antispecista, l’unico di questo tipo nel Paese, è da anni un faro di salvezza
per animali dimenticati e maltrattati. Qui, oltre 300 cani e numerosi altri
animali, tra cui una mucca disabile, un’asinella cieca che sarà presto
mamma, un maiale e molte capre, hanno trovato rifugio, lontano dalla
crudeltà e dall’indifferenza. Ma oggi, questa oasi di pace rischia di
scomparire, travolta da una crisi economica senza precedenti.
La guerra e il
coraggio di ricominciare
Quando la guerra ha
raggiunto il sud del Paese, dove si trovava Woof n’ Wags, la scelta di Ghada,
una delle fondatrici, è stata immediata: spostare gli animali in una zona più
sicura. Nonostante le innumerevoli difficoltà logistiche ed economiche, l’impresa,
che sembrava impossibile, è riuscita: nessun animale è stato lasciato indietro,
tutti hanno trovato rifugio in un nuovo terreno nella municipalità di Jezzine.
Il trasferimento ha
tuttavia dovuto fare i conti con i lunghi tempi della burocrazia, peggiorati
dalla situazione di guerra, che hanno ritardato la costruzione di ripari
adeguati, ancora oggi assenti. Il rifugio si è quindi trovato costretto a
reperire fondi non solo per riuscire a nutrire quotidianamente gli animali, ma
anche per riuscire ad allestire ripari temporanei, mentre per riscaldare gli
animali nelle notti più fredde si è dovuto ricorrere a falò, cercando di
adattarsi alle condizioni precarie nel miglior modo possibile.
Nel mezzo di queste
continue difficoltà , il rifugio non ha mai smesso di accogliere i cani
vaganti sul territorio, o perchè abbandonati da chi è fuggito dalle zone
di conflitto, o perchè resi orfani dalla loro famiglia dagli indiscriminati bombardamenti
israeliani
La nuova battaglia:
sopravvivere alla crisi economica
La guerra ha inoltre
avuto altre pesanti ripercussioni. L’attività economica che sosteneva il
rifugio è stata annientata dal conflitto. Le donazioni, già limitate, sono
crollate drasticamente, in un contesto globale segnato da crisi economiche e
priorità diverse. E ora Woof n’ Wags si trova sull’orlo del baratro.
ll rifugio, in
gravissima difficoltà nel riuscire a pagare l’affitto del terreno, rischia lo
sfratto.
Questo significherebbe
abbandonare gli animali, tutti, al loro destino.
In un Paese dove gli
animali randagi hanno pochissime possibilità di sopravvivere, e dove le persone
stesse combattono ogni giorno contro le devastanti conseguenze della guerra e
della crisi economica che affligge il Libano da anni, le prospettive per gli
animali abbandonati sono drammatiche. Le difficoltà quotidiane della
popolazione, infatti, fanno sì che la protezione degli animali venga spesso
trascurata. La maggior parte dei cani morirebbe di fame, di malattie o, peggio
ancora, sarebbe vittima di abusi, avvelenamenti e violenze, mentre si può ben
immaginare il destino degli animali “da fattoria”.
Un appello alla
solidarietà
In questo contesto
Woof n’ Wags non è solo un rifugio: è un luogo che afferma il valore di ogni
vita, indipendentemente dalla specie. È un esempio concreto di come opporsi
allo sfruttamento praticando solidarietà e cura, un luogo che sfida l’idea che
alcune vite siano sacrificabili, opponendosi alla logica di abbandono e
violenza che caratterizza il trattamento degli animali.
Per continuare a
esserlo, ha bisogno di supporto: un aiuto che non è solo materiale, ma che è
anche un atto di affermazione politica e morale. Non si tratta semplicemente di
aiutarlo a garantire cibo, cure veterinarie o un rifugio a chi, altrimenti, non
avrebbe scampo. Significa condividerne i valori e la
visione, aiutarlo a far sì che questi principi trovino sempre più
spazio , in un cambiamento culturale che superi la visione antropocentrica e
riconosca agli animali il rispetto e i diritti che meritano.
Si può donare
attraverso il loro sito ufficiale, o almeno condividere la loro
storia per sensibilizzare altre persone.
Ogni gesto conta,
perché ogni vita conta. Oltre ogni appartenenza di specie.
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