Passa per vari punti il rinnovato legame che i cittadini italiani stanno stabilendo con l'acqua. Per i referendum, attraverso i quali l'hanno dichiarata fuori dal mercato e dalle mani dei privati. Ma anche per il consumo sempre maggiore diacqua del rubinetto, che ci toglie l'odioso primato di maggiori consumatori al mondo di acqua in bottiglia.
È di pochi giorni fa lo studio pubblicato da Istat e Acqua Italia secondo cui il 74 per cento degli intervistati ha dichiarato di bere l'acqua 'del sindaco', con un incremento di quattro punti percentuali rispetto al 2006, mentre un buon 46 per cento ha sostenuto di berla 'sempre'. Un cambiamento di tendenza, che vede in netto calo le acque minerali, che sono passate dal un 2000 in cui il 67,6 per cento del campione dichiarava di berle, ad un 2009 in cui le bevono solo il 63,4.
I motivi di questo cambiamento sono svariati, dal gusto – testimone di un miglioramento progressivo delle qualità organolettiche dell'acqua potabile – ai maggiori controlli rispetto all'acqua minerale, al risparmio, al minor impatto ambientale.
Tutte ragioni valide, che riconducono ad un nocciolo centrale: gli italiani stanno prendendo a cuore la propria acqua. Non la vogliono disperdere, non la vogliono inquinare, non vogliono che nessuno ci guadagni sopra. La preferiscono pubblica e al giusto prezzo. Ecco così che i referendum dello scorso giugno ed il consumo crescente di acqua del rubinetto diventano le due facce della rinata sensibilità verso il tema dell'acqua...
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