La notizia, confermata ufficialmente, è che in Afghanistan i talebani hanno
azzerato la produzione di oppio. Per la seconda volta. La cosa si era
verificata già nel 2001. Per la precisione la produzione era scesa del 94%
rimanendo la produzione residua solo nel territorio del nord sottratto al
controllo dei talebani; l'avvenimento aveva ottenuto grande pubblicità ed il
lavoro fatto era stato riconosciuto dalle Nazioni Unite. Venne definito da
esperti del settore come l'evento più drammatico nella storia del contrabbando
di narcotici. Nel 2001 i talebani, una volta ottenuta la vittoria nella guerra
civile contro i mujaheddin, guadagnato il controllo su quasi tutto il
territorio dell'Afghanistan, hanno messo fuori legge la produzione di oppio che
in quel paese era stata rampante dagli anni '80, quando CIA e servizi
britannici ne introdussero la coltivazione in larga scala per aiutare i
mujaheddin che combattevano contro i russi. Infatti l'uso del commercio di
stupefacenti per sostenere conflitti non dichiarati né finanziati regolarmente,
è una costante della politica dei paesi occidentali USA in testa, tanto che la
geopolitica del narcotraffico segue pedissequamente quella dei conflitti.
Per chi non si fosse mai addentrato nella materia, ricordiamo che furono
certamente i francesi ad inaugurare questa modalità operativa durante la guerra
di Indocina (cioè la guerra del Vietnam francese) degli anni '50. Per
conquistare la fiducia di alcune popolazioni locali e al fine di poterle usare
nella guerra, i francesi proposero agli alleati locai di coltivare oppio il cui
raccolto sarebbe stato comprato in blocco, al fine di migliorare le condizioni
economiche delle tribù coinvolte. Il terminale delle spedizioni di oppio era la
Francia dove si raffinava per poi vendere l'eroina nel resto dell'occidente.
L'organizzazione criminale che aveva il quasi monopolio del commercio
dell'eroina era la famosa mafia marsigliese o corsa, cui di fatto venne garantita
impunità, e che in quegli anni divenne celebre in tutto il mondo. I sui
elementi di spicco, di fatto, erano quasi tutti corsi ma di stanza a Marsiglia.
All'inizio degli anni '60, dopo la resa dei francesi e con l'arrivo degli
americani in Vietnam, il commercio continuò ed aumentò di volume. A cambiare,
inoltre, fu il terminale occidentale dell'oppio prodotto in Indocina: non più i
marsigliesi ma la mafia siciliana. Così, mentre la criminalità francese veniva
sbaragliata in quanto non più utile al progetto geopolitico, a diventare
protagonista della scena fu la Sicilia. Nelle raffinerie siciliane, alcune
delle quali erano enormi, grazie anche al lavoro di "tecnici" che
avevano lavorato per i marsigliesi, si lavorava l'oppio per ottenere l'eroina
che finiva sul mercato europeo ma soprattutto americano.
Questa era la dinamica del sistema della droga, che portò alla nascita di
un commercio poi scoperto negli anni '80 dalla mega azione giudiziaria condotta
da FBI, magistratura italiana (giudici Falcone, Sciacchitano) ed elvetica, nota
come Pizza Connection, che in Italia confluì nel Maxiprocesso a Cosa Nostra. In
quegli anni, siamo nei '60, la produzione di oppio in Afghanistan era risibile:
qualche tonnellata. Era l'Indocina a farla da padrona. Tutto cambia quando, a
causa dell'intervento sovietico in Afghanistan, gli USA si inseriscono nella
vicenda finanziando i mujaheddin. Anche in quel caso il parlamento statunitense
non finanziò la guerra occulta degli USA che, per sostenere i mujaheddin,
incentivarono alla coltivazione di oppio fornendo anche assistenza di carattere
agronomico. Così l'Afghanistan divenne il principale produttore mondiale di
oppio e poi, una volta dotatosi delle raffinerie, di eroina.
Alla luce delle loro idee religiose e politiche i talebani hanno sempre
avversato la produzione ed il consumo di droghe, che peraltro nel paese erano
diventati un problema serio. Infatti, dopo la guerra contro l'Unione Sovietica,
i vari gruppi di mujaheddin, dediti al narcotraffico, sono rimasti nel paese comportandosi
come dei gangster. Questi guerriglieri che mantenevano la propria milizia col
narcotraffico sono stati proprio l'obiettivo dei talebani che, per quanto
possano sembrare deliranti, certamente hanno cercato di sottrarre l'Afghanistan
all'arbitrio delle bande armate. Così, come detto sopra, una volta preso il
possesso di quasi tutto il paese eliminarono la coltivazione del papavero che
rimase concentrata solo nel nord, nelle mani della cosiddetta Alleanza del
Nord: signori della guerra che campavano di narcotraffico.
Quando si trattò di invadere l'Afghanistan, prima che arrivassero gli
eserciti, esponenti della CIA e della Delta Force, ma non solo, presero
immediatamente contatto coi signori della guerra dell'Alleanza del Nord.
Quindi ricapitoliamo: nell'estate 2001 l'operazione di estirpamento
dell'oppio ad opera dei talebani venne considerata compiuta, però 5 mesi dopo,
gli USA invasero il paese e subito la produzione di oppio riprese. E riprese a
ritmi vertiginosi tanto che nel 2005 l'Afghanistan era tornato ad essere il più
grande produttore al mondo di oppio/eroina e nel 2010 produceva il 90%
dell'oppio mondiale (wikipedia) quindi da solo produceva nove volte più oppio
del resto del mondo messo insieme. Negli anni successivi si è arrivati ad un parossismo
senza precedenti nella storia del narcotraffico: ricordando che il rapporto tra
oppio ed eroina è di 10 a 1, cioè ci vogliono 10 kg di oppio per fare 1 kg di
eroina, l'Afghanistan è arrivato a produrre oltre 1.000 tonnellate di eroina,
non oppio, ma eroina, con il Messico secondo produttore con appena 50
tonnellate, la Colombia terza con 20 e la Birmania quarta con meno di 2
tonnellate annue. Addirittura si è stimato che la produzione afghana fosse il
doppio del fabbisogno mondiale.
Una volta che gli USA hanno creato il nuovo stato afgano, il presidente
Karzai, marionetta nelle mani degli USA, come uno dei primi atti di governo, ha
legalizzato la coltivazione di oppio. Tutto questo mentre sui media mainstream
si ripetevano menzogne a proposito del lavoro fatto dalle forze armate
occidentali per debellare la coltivazione di oppio. Nel 2018 lo Special
Inspector General for Afghanistan Reconstruction, cioè l'autorità preposta dal
governo USA per la ricostruzione dell'Afghanistan, ha pubblicato un rapporto
sulla storia recente del narcotraffico in Afghanistan in cui ha dichiarato che
non è mai esistita una sola prova che i talebani abbiano trafficato in
narcotici né che ne abbiano approfittato in modo indiretto in forma di
tassazione o simili.
Il giornalista Seth Harp, dopo un approfondito lavoro di indagine, che ha
portato alla pubblicazione di un libro in materia, afferma: "Il governo
afghano sostenuto dagli USA era, a tutti i livelli ed in tutte le regioni del
paese, o direttamente implicato nella produzione dell'oppio o ne traeva
profitto in termini di tassazione o di estorsione. Tutti i signori della guerra
locali che hanno appoggiato il governo di Karzai prima e quello di Afghani poi,
erano noti trafficanti." E il buon Harp, nel suo libro, di nomi e cognomi
ne fa a bizzeffe a partire dai parenti di Karzai per continuare coi ministri
del suo governo e di quello successivo e continuando coi vari signori della
guerra che hanno appoggiato gli USA nella campagna militare di
Afghanistan.
I dati economici ci dicono che l'oppio durante l'occupazione americana era,
come fatturato, la prima attività economica del paese. Ed infatti lo US
Institute of Peace, che è un ente finanziato dal Congresso USA, ha criticato la
scelta dei talebani di eliminare (per la seconda volta) l'oppio, perché questa
scelta precipiterà il paese in una crisi economica durissima. A dire cose
simili sono stati anche accademici afghani.
Che dire? La storia della guerra in Afghanistan verrà scritta dagli storici
come è giusto che sia. Dipaneranno le molteplici menzogne su cui si è basata,
non ultima quella che dipingeva i talebani come narcos accaniti. Chiunque abbia
seguito le vicende storiche degli ultimi 80 anni sa che molti governi
occidentali hanno collaborato attivamente con le organizzazioni criminali
coinvolte nel narcotraffico, dando loro protezione; ne sappiamo qualcosa in
Italia. La cosa ha riguardato non solo l'Asia e la geopolitica dell'eroina ma
anche il Sudamerica e la geopolitica della cocaina: vale per tutti l'esempio dell'epidemia
di crack negli USA, causata dalla protezione garantita ai narcotrafficanti di
coca che finanziavano i contras.
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