mercoledì 20 marzo 2019

Inquinamento assassino in ¼ delle morti premature nel mondo - Remocontro





Un quarto delle morti premature e delle malattie in tutto il mondo è legato all’inquinamento e ai danni all’ambiente causati dall’uomo, scrive l’Onu in un rapporto, presentato oggi a Nairobi, sullo stato del pianeta. «Le emissioni inquinanti nell’atmosfera, di sostanze chimiche che contaminano l’acqua potabile e la distruzione accelerata degli ecosistemi fondamentali per la sopravvivenza di miliardi di persone causano una sorta di epidemia globale che ostacola anche l’economia», si legge nella relazione.
Il rapporto sul ‘Global Environment Outlook’, su cui hanno lavorato 250 scienziati provenienti da 70 Paesi per sei anni, denuncia anche un crescente divario tra Paesi ricchi e poveri: l’eccessivo consumo dilagante, l’inquinamento e lo spreco alimentare nel mondo sviluppato portano a fame, povertà e malattie nelle aree meno sviluppate.

Più povertà, peggiori consumi
Cattive condizioni ambientali «causano circa il 25% delle malattie e mortalità globali», e parliamo di circa 9 milioni di morti solo nel 2015. L’inquinamento atmosferico -si legge sempre nel rapporto- causa 6-7 milioni di morti premature all’anno. Mancando l’accesso alle forniture di acqua potabile, 1,4 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie prevenibili come diarrea e parassiti legati all’acqua contaminata e alle scarse condizioni igienico-sanitarie.
Le sostanze chimiche sversate nei mari causano effetti «potenzialmente multi-generazionali» sulla salute, mentre il degrado del terreno attraverso l’agricoltura intensiva e la deforestazione avviene in aree della Terra che ospitano 3,2 miliardi di persone. Il danno al pianeta è talmente grave che la salute delle persone sarà sempre più minacciata a meno che non venga intrapresa un’azione urgente. Asia, Medio Oriente e Africa potrebbero vedere milioni di morti premature entro il 2050.

Gas serra snobbato da Trump
Mentre le emissioni di gas serra continuano a salire tra siccità, inondazioni e tempeste aggravate dall’aumento dei livelli del mare, c’è un crescente consenso politico sul fatto che i cambiamenti climatici rappresentino un rischio per il futuro di miliardi di persone. I leader mondiali nel 2015 avevano raggiunto l’accordo sul clima di Parigi, che ha visto ogni nazione promettere azioni per ridurre le emissioni nel tentativo di limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Poi, come è noto, il più riccco e potente Paese al mondo sotto la guida di Donald Trump, gli Stati Uniti, hanno rotto il patto. Tuttavia gli effetti dell’inquinamento sulla salute sono ancora poco conosciuti. Né vi è alcun accordo internazionale per l’ambiente simile a quello di Parigi per il clima (che Trump possa rompere).

I numeri di una guerra dall’università di Magonza
Fabio Di Todario su La Stampa fa il bilancio di una guerra feroce. Quasi nove milioni nel mondo, poco meno di ottocentomila soltanto in Europa i morti provocati ogni anno dall’inquinamento atmosferico. Il doppio di quelli che in realtà immaginavamo fino a oggi, denunciano i ricercatori dell’Università di Magonza, in Germania, confermati dall’International Council on Clean Transportation.
Nel 2015 sarebbero stati 790mila i decessi dovuti all’inquinamento in tutta Europa (659mila nei Paesi Ue). Tra le cause di morte, al primo posto le malattie cardiovascolari e gli ictus: una quota tra il 40 e l’80 per cento del totale, più del doppio di quella rilevata per le malattie respiratorie.

Inquinamento peggio delle sigarette?
Il rapporto, che ha il limite di una stima, azzarda come l’inquinamento atmosferico possa provocare più decessi rispetto al fumo di sigaretta. Con la differenza che per il fumo ognuno sceglie, ma se vivi in un luogo inquinato non può evitare di respirare. Globalmente, l’inquinamento determina 120 morti in più ogni centomila abitanti. Media europea peggiore, con 133 decessi sugli stessi 100 mila.
Ma nel Vecchio Continente, i tassi di mortalità più elevati sono registrati negli stati dell’Est: in Bulgaria, Croazia, Romania e Ucraina si supera la quota dei 200 decessi ogni centomila abitanti. Germania (154) davanti alla Polonia (150), all’Italia (136), alla Francia (105) e al Regno Unito (98). Tassi di inquinamento assieme a standard di cure in Stati dove l’aspettativa di vita è generalmente più alta.

L’inquinamento fa male al cuore
Nella miscela di sostanze inquinanti presenti nell’aria, peggiori le particelle ultrafini (il cosiddetto PM 2,5). L’Organizzazione Mondiale della Sanità, prevede dal 2030 250mila decessi l’anno per malattie conseguenze dell’effetto serra e particelle ultrafini la cui concentrazione nell’aria non dovrebbe mai superare i 10 microgrammi per metro cubo. In Europa, la media è sui 25. Dimezzare le emissioni come? «Rispettando l’accordo di Parigi, la mortalità dovuta all’inquinamento potrebbe ridursi fino al 55 per cento», affermano gli scienziati.
Cuore mio. Finora l’azione degli inquinanti pensata soprattutto a livello respiratorio, e invece c’è di mezzo il cuore e delle arterie con problemi di pressione sanguigna e insufficienza cardiaca con più ictus e infarti.
E non servono scongiuri ma qualche attenzione alla salute in più.

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