lunedì 22 luglio 2013

Volete la rivoluzione? Diventate vegetariani - Natalino Balasso

C’è una gran voglia di rivoluzione.
Gli amici delle spranghe esultano ogni volta che scovano un sopruso. Gli amici delle spranghe hanno bisogno di qualcosa per cui protestare vibratamente, cioè vibrando sprangate. Quelle piazze che abbiamo abbandonato, perché troppo occupati a parcheggiare nei villaggi commerciali o fuori dai multiplex, si riempiono a vista d’occhio solo quando si tratta di divellere semafori o bruciare auto di media cilindrata che non possono permettersi un garage.
Agli amici delle spranghe cambiare il mondo sembra più semplice che cambiare se stessi. E forse lo è. Non voglia il destino che in Egitto si torni a praticare la lapidazione, ma è certo che le rivoluzioni prendono sempre una strada tortuosa. Anche quella talebana in Iran, è stata una rivoluzione, anche quella fascista in Italia è stata una rivoluzione, abbiamo però visto la china mesta che queste rivoluzioni hanno imboccato. E se c’è chi è ancora convinto che quella cubana non sia una dittatura, costui è mosso dalla paura di rinunciare alle proprie antiche convinzioni.
Si pensa sempre che occorra un grande evento decisionale per invertire le rotte, per prendere nuove direzioni. La politica degli ultimi 40 anni da noi ha pensato che nuove e contraddittorie leggi possono cambiare una situazione sclerotizzata. Prendiamo l’energia, l’acqua, l’inquinamento. Si pone rimedio allo sperpero e ai veleni con regole sempre più complicate, investendo denari senza controllo e soprattutto evitando di far funzionare ciò che già dovrebbe funzionare. La risposta capitalistica al consumo di energia o allo sperpero d’acqua non potrà mai essere il risparmio o la riduzione del consumo, ma sarà sempre un incentivo al consumo. Cos’è la crescita, cos’è lo sviluppo, se non consumo?...

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