Arvaia vuol dire pisello in dialetto bolognese. E Arvaia (arvaia.it) è
il nome della cooperativa di cittadini e contadini nata nel 2013 ai piedi dei
colli. Per incontrarli bisogna
sporcarsi le scarpe di fango, mettere i piedi tra le zolle di terra dove tra
qualche mese spunteranno carote e zucchine. A prendere in mano zappa e badile
nel Parco Città Campagna, non saranno uomini e donne con il pollice verde ma impiegati,
liberi professionisti, insegnanti che hanno deciso di diventare soci, fruitori
e produttori allo stesso tempo.
Arvaia è nata il 15 febbraio scorso. Manca ancora una delibera del Comune di Bologna, prevista entro fine marzo 2013, che definirà le modalità per l’assegnazione dell’area, ma la cooperativa è già al lavoro. I soci hanno scelto di incontrarsi per iniziare a discutere di un regolamento, di spese da sostenere, di come fare le cassette di verdura che verranno a prendersi, proprio nel luogo dove inizieranno a vangare e a seminare. Qualcuno di loro è già pratico del mestiere, gestisce orti comunali. Altri sono alla prima esperienza: “Quanto tempo dovrò dedicare alla settimana?”, chiede Paola.
Alla base del progetto c’è la volontà di promuovere la riappropriazione della terra e un ritorno alle radici e alla cultura rurale, in un’ottica di gestione partecipata della produzione agricola. Il mese di marzo segna l’avvio del primo ciclo produttivo: “Inizieremo con la coltivazione di legumi, insalata, bietole, cicoria, aglio e cipolle -ci racconta Cecilia Guadagni, una dei tre contadini impiegati da Arvaia e vicepresidente della cooperativa- poi proseguiremo con il ciclo estivo e con quello autunnale, seguendo la stagionalità”. Tutti prodotti coltivati tramite agricoltura biologica che saranno distribuiti nel raggio di pochi chilometri. Il Parco Città Campagna, in cui si trovano i terreni, è un’area di proprietà del Comune di Bologna di 47 ettari, nel quartiere Borgo Panigale. “Un progetto di ricostruzione del paesaggio tipico della campagna bolognese -ci spiega Francesco Errani, consigliere comunale- affidato all’Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona) Poveri Vergognosi, che è fermo dal 2007, anche a causa dell’instabilità politica che ha vissuto Bologna negli ultimi anni”. Errani è il mediatore tra i cittadini costituiti nella cooperativa e l’amministrazione: “C’è la volontà politica da parte del Comune di sostenere il progetto -assicura- ma la burocrazia e la difficoltà di comunicazione tra i diversi assessorati coinvolti e le rispettive strutture tecniche hanno prolungato i tempi”.
Nel frattempo, i cittadini agricoltori stanno già pensando a risolvere i problemi legati all’acqua, alla costruzione di un pozzo, alla gestione di un frigorifero nella stagione estiva per non far marcire la frutta e la verdura.
La cooperativa nasce nel solco dei Csa (Community Supported Agricolture, agricoltura sostenuta dalla comunità) associazioni di cittadini presenti in Europa e nel mondo, che si fanno attori nella produzione di cibo biologica e sostenibile…
Arvaia è nata il 15 febbraio scorso. Manca ancora una delibera del Comune di Bologna, prevista entro fine marzo 2013, che definirà le modalità per l’assegnazione dell’area, ma la cooperativa è già al lavoro. I soci hanno scelto di incontrarsi per iniziare a discutere di un regolamento, di spese da sostenere, di come fare le cassette di verdura che verranno a prendersi, proprio nel luogo dove inizieranno a vangare e a seminare. Qualcuno di loro è già pratico del mestiere, gestisce orti comunali. Altri sono alla prima esperienza: “Quanto tempo dovrò dedicare alla settimana?”, chiede Paola.
Alla base del progetto c’è la volontà di promuovere la riappropriazione della terra e un ritorno alle radici e alla cultura rurale, in un’ottica di gestione partecipata della produzione agricola. Il mese di marzo segna l’avvio del primo ciclo produttivo: “Inizieremo con la coltivazione di legumi, insalata, bietole, cicoria, aglio e cipolle -ci racconta Cecilia Guadagni, una dei tre contadini impiegati da Arvaia e vicepresidente della cooperativa- poi proseguiremo con il ciclo estivo e con quello autunnale, seguendo la stagionalità”. Tutti prodotti coltivati tramite agricoltura biologica che saranno distribuiti nel raggio di pochi chilometri. Il Parco Città Campagna, in cui si trovano i terreni, è un’area di proprietà del Comune di Bologna di 47 ettari, nel quartiere Borgo Panigale. “Un progetto di ricostruzione del paesaggio tipico della campagna bolognese -ci spiega Francesco Errani, consigliere comunale- affidato all’Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona) Poveri Vergognosi, che è fermo dal 2007, anche a causa dell’instabilità politica che ha vissuto Bologna negli ultimi anni”. Errani è il mediatore tra i cittadini costituiti nella cooperativa e l’amministrazione: “C’è la volontà politica da parte del Comune di sostenere il progetto -assicura- ma la burocrazia e la difficoltà di comunicazione tra i diversi assessorati coinvolti e le rispettive strutture tecniche hanno prolungato i tempi”.
Nel frattempo, i cittadini agricoltori stanno già pensando a risolvere i problemi legati all’acqua, alla costruzione di un pozzo, alla gestione di un frigorifero nella stagione estiva per non far marcire la frutta e la verdura.
La cooperativa nasce nel solco dei Csa (Community Supported Agricolture, agricoltura sostenuta dalla comunità) associazioni di cittadini presenti in Europa e nel mondo, che si fanno attori nella produzione di cibo biologica e sostenibile…
Nessun commento:
Posta un commento