giovedì 16 dicembre 2010

Pawl Hawken


qualcosa del suo libro


Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio.
Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l’individuo che lo svolge.
Lo scopo di un’attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare.
Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l’industria della pubblicità. Un inganno colossale, un’autoipnosi a fini di lucro.
C’è una perdita di senso, di scopo complessivo.

L’informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall’avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza.
Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla.

[Pawl Hawken]

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