Da tempo contro il sistema del profitto e del consumo è in atto una ribellione. Come racconta Paul Hawken in Moltitudine inarrestabile (Edizioni Ambiente, 2009) in tutto il mondo milioni di persone e centinaia di organizzazioni si battono da anni per la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente.
Secondo l’autore è la risposta collettiva che la Terra sta generando per affrontare le mille crisi locali e globali; il sistema immunitario dell’umanità reagisce a tossine quali la globalizzazione, il pensiero unico economico e il degrado ecologico. Il movimento dell’economia solidale è una di queste famiglie di “anticorpi”. Una ribellione non violenta, festosa e collettiva. Milioni di persone che non accettano più le regole del gioco della nostra vita imposte dalla società dei consumi e dal marketing che ci dicono cosa dobbiamo comprare, quanto, a quale prezzo. O perfino quali sono i nostri gusti, come dobbiamo vestirci, che cosa dobbiamo mangiare. Quanto dobbiamo lavorare e quanto guadagnare.
A chi vanno i soldi. E a chi resta solo il sudore.
Nelle storie di questo libro, curato dal Tavolo per la Rete italiana di economia solidale, coordinata da Andrea Saroldi, sono protagoniste persone che hanno spento la tv e sono uscite di casa; hanno riflettuto e formulato proposte; hanno cambiato le loro vite e il modo stesso di intendere il benessere; e hanno scoperto che è possibile fondare l’economia sulla condivisione e sulla gratuità invece che sul profitto. Ma soprattutto queste persone si sono incontrate. Il cuore di questa ribellione è proprio in questa parola: relazione. Nella “rivoluzione delle reti”, infatti, non ci sono più produttori, distributori, consumatori, ma cittadini con un volto, idee e valori che vogliono conoscere la storia dei prodotti, diventarne co-produttori e vivere la “legge” della convivialità, anziché quella di domanda e offerta.
Le sfide che le reti -dai gruppi d’acquisto ai distretti di economia solidale- hanno posto al sistema economico non hanno ancora grandi numeri, tuttavia stanno già costringendo multinazionali e grande distribuzione a fare i conti con la domanda di biologico, di filiera corta, di sostenibilità, di trasparenza. Parole che ormai sono patrimonio di tutti. Il “popolo” dei gruppi di acquisto solidali, delle botteghe del commercio equo, delle associazioni e dei mille gruppi informali ha scalfito il sistema. Le reti che hanno costruito sono dei veri e propri presìdi di partecipazione, e -in questo momento di difficoltà e di disaffezione politica- sono anche un’inedita forma di democrazia.
Troppe aspettative? Forse. Ma per quanto incerto sia il futuro, è questo il capitale che crediamo darà buoni frutti e su cui vale la pena investire: quello delle relazioni. Il capitale delle relazioni è proprio il veicolo per la trasmissione del “contagio positivo”. Nelle prossime pagine vi anticipiamo molte delle 50 storie di economia solidale contenute nel libro. Un vero e proprio manuale che descrive i punti di forza e gli aspetti critici di tutte le reti, dai Gas alle esperienze di filiera corta e co-produzione, dalle fiere solidali al turismo responsabile. E che -speriamo- fa venire voglia di moltiplicarle.
Cinquanta storie che raccontano come nasce un Gas, una “filiera corta” o un Distretto di economia solidale
In Italia sono ormai un migliaio i “gruppi d'acquisto solidali”: persone che fanno la spesa insieme, scegliendo prodotti “etici” e creando relazioni di fiducia con chi li produce. Ma i Gas sono solo la “rete” più nota: questo libro è una straordinaria raccolta di esperienze di “reti di economia solidale”, un movimento che si batte per trasformare l'attuale sistema e per una nuova economia, che abbia per base il “capitale delle relazioni”. Come avviare allora un Gas nel proprio condominio o ufficio, come progettare una “filiera corta” insieme al contadino del campo accanto, “saltando” gli intermediari? Quali sono gli strumenti essenziali per passare dai grandi centri commerciali a una “Piccola Distribuzione Organizzata”, e quali semplici passi muovere per organizzare nella propria città una fiera del consumo critico e sostenibile? Come formarsi e informarsi e soprattutto come “mettere in rete” queste iniziative, con l'obiettivo di costituire sul proprio territorio un vero e proprio “Distretto di economia solidale”? Uno sguardo concreto sull'economia delle relazioni in Italia.
Il Tavolo per la Rete italiana di economia solidale promuove lo sviluppo dei Des, Distretti di economia solidale, per favorire nascita e sviluppo di esperienze d'economia solidale.
Il libro raccoglie i contributi di 35 autori, rappresentativi del movimento italiano e globale.
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