Roberto Mancini
era un poliziotto, un Sostituto Commissario della Polizia di Stato. Da
qualche tempo in congedo.
Era
entrato in Polizia nel 1980. Nel 1986 faceva parte della Criminalpol romana e
ha indagato sulle attività camorristiche nel basso Lazio. Da lì ha
iniziato a comprendere l’ampiezza degliaffari nel campo dello smaltimento
illecito dei rifiuti tossici.
Nel
1994 iniziava un’indagine sull’ecomafia dei Casalesi e il 12 dicembre 1996 consegnava una
documentata informativa alla Direzione distrettuale antimafia
di Napoli. Un’informativa che curiosamente sarà ritrovata dal pubblico ministero
Alessandro Milita solo a svariati anni di distanza e sarà un cardine
dell’accusa nel procedimento aperto nel 2011 davanti alla Corte d’Assise di
Napoli contro i padroni di Gomorra.
Nel
periodo 1998-2001 Roberto Mancini ha collaborato con la Commissione
parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presso la Camera dei Deputati e ha
compiuto decine di sopralluoghi in discariche abusive di rifiuti tossici e
radioattivi. Nel 2002 gli veniva diagnosticato un linfoma non Hodgkin.
Il
Comitato di verifica del Ministero delle Finanze ha sancito che il suo tumore del sangue dipendeva
da “causa di servizio”:
5 mila euro di indennizzo. La risposta della Camera dei Deputati, per conto
della quale sono stati svolti i numerosi sopralluoghi venefici, è stata
glaciale: il 13 luglio 2013 ha escluso “una
qualsiasi responsabilità risarcitoria”, in quanto “dal punto di vista
amministrativo, il sig Mancini, al fine di poter collaborare per la Commissione
parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti è stato inquadrato dal 16 aprile
1998 al 28 maggio 2001 nell’Ispettorato della Polizia presso la Camera dei
deputati senza che sia stabilito alcun rapporto a titolo oneroso con la
Commissione… La collaborazione del sig. Mancini con la Commissione parlamentare
d’inchiesta non può, dunque, in alcun modo inquadrarsi in un rapporto di lavoro
con l’organo parlamentare”.
Le
indagini di Roberto Mancini avevano portato a individuare protagonisti e
vicende della Terra dei
Fuochi, ben 15 anni prima della scoperta
ufficiale, ma qualche mano
ignota le ha messe in un
cassetto per lunghi e tragici anni.
Roberto
Mancini è morto, a 54 anni, a Perugia il 30 aprile 2014. Il 3 maggio 2014
si sono svolti i funerali
solenni nella
Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, a Roma. Cordoglio
unanime del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro dell’interno
Angelino Alfano, del Capo della Polizia Alessandro Pansa.
Non
ha avuto dallo Stato quel sostegno e quei riconoscimenti che ha meritato, ma è
e resterà un esempio per chiunque abbia a cuore questa povera Terra e chi ci
vive.
da
qui
Nessun commento:
Posta un commento