lunedì 5 maggio 2014

La “svolta di Renzi” nell’energia ancora non si vede - Rosa Filippini

Che il caro bolletta sia determinato, in Italia, dagli incentivi fuori misura elargiti nell’ultimo quinquennio alle fonti rinnovabili elettriche, in particolare fotovoltaico ed eolico, è ormai un fatto assodato. Non che sia mai stato un segreto: l’Autorità per l’energia elettrica e il gas aveva avvertito fin dal 2009 delle dimensioni preoccupanti che il fenomeno avrebbe assunto, in particolare per le piccole e medie imprese; gli Amici della Terra chiedono da tempo di riequilibrare le incentivazioni in favore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche; la stessa Strategia energetica nazionale (SEN) e i diversi Governi dal 2010 in poi hanno riconosciuto a più riprese che occorre correggere misure che assomigliano più a rendite ingiustificate che a incentivi.
Tanti allarmi e preoccupazioni non sono però riusciti a impedire che il conto da pagare in bolletta, annualmente e per i prossimi venti anni, sia arrivato a superare i 13 miliardi costituendo mediamente il 20% del costo dell’elettricità per gli Italiani. Una lobby molto ben organizzata, presente in tutti i partiti e attiva nelle istituzioni, è riuscita finora a salvaguardare le rendite acquisite dalle tecnologie più costose e inefficienti facendole passare per “green economy” nonostante l’impatto paesaggistico e ambientale di tralicci, pale e pannelli su vaste estensioni di  territorio agricolo o pregiato dal punto di vista naturalistico…

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