sabato 24 maggio 2014

resistenza contro la distruzione della natura

Cari amici,

qualche settimana fa il Comune di Orosei ha notificato ad oltre 120 proprietari coltivatori in regione Arbolotta, nella piana del Comune, l’avvio del procedimento relativo alla apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per l’esecuzione dei lavori di collegamento delle SS 125 e 129 con nuovo ponte sul fiume Cedrino.
A seguito di tale notifica, un gruppo di proprietari si è costituito in comitato, contestando la scelta del Comune per il danno irrimediabile che arreca a una delle zone più belle, più fertili e intensamente coltivate dell’agro del comune a fronte, soprattutto, della assoluta inutilità dell’opera, il cui preventivo di spesa supera i ventidue milioni.
La necessità dell’opera, secondo gli intendimenti del comune, si giustifica con l’esigenza di dirottare il traffico dall’interno dell’abitato verso la nuova strada di circonvallazione.
Secondo noi la motivazione è pretestuosa, a maggior ragione dopo la recentissima aggiudicazione dell’appalto ( 13 febbraio u.s.) relativo ai lavori di realizzazione della tangenziale Ovest e Nord di collegamento della SS 125 alla SS 129 dalla località Zanzi al Rimedio con lo scopo prioritario di eliminare l’attraversamento del centro abitato da parte dei mezzi pesanti da e per le cave. L’opera, attesa da circa dieci anni, ha un costo di circa due milioni ed è stata considerata di grande importanza per il comune di Orosei e per l’intero territorio e in grado di risolvere i problemi più gravi legati al traffico non solo dei mezzi pesanti.
A nostro avviso, viene meno, pertanto, una delle ragioni principali che sorreggono la motivazione a sostegno dell’opera in contestazione: la necessità di disciplinare il traffico veicolare, soprattutto durante la stagione turistica.
Come diciamo nel documento di contestazione inviato al Comune e alle forze politiche di maggioranza e di opposizione, il traffico legato all’afflusso turistico stagionale viene artificiosamente ingigantito per dare una parvenza di ragionevolezza alle motivazioni tese a giustificare la soluzione adottata.
Il problema, invero, si pone esclusivamente per qualche settimana all’anno e non si costruisce una nuova strada dal costo esorbitante e dal danno certo e irreparabile a un’oasi di pregio naturalistico straordinario e di grande fertilità e intensamente coltivata con colture di pregio, perché si assume l’esistenza, per pochi giorni all’anno, di un traffico veicolare appena sopra il consueto.
In ogni caso, ammessa l’esistenza di un problema connesso alla fluidità del traffico, noi abbiamo suggerito una soluzione ragionevole, capace insieme di eliminare l’inquinamento, di rendere fruibile l’abitato, di creare nuova occupazione e di utilizzare in modo proficuo una parte dell’ingente finanziamento disponibile: la costruzione di un parcheggio in apposita area e l’attivazione di un servizio di navetta per le località balneari.
La costruzione di una nuova strada non porta nessun beneficio al paese, neanche in termini occupazionali, consuma inutilmente territorio in un comune che ha subito, negli ultimi trent’anni, un processo di urbanizzazione violento senza creare sviluppo duraturo e con evidenti squilibri ambientali che ha lasciato segni dolorosi, e non rimarginati, nelle ultime due alluvioni.
La zona in predicato di espropriazione è allocata, come abbiamo detto più sopra, in un’oasi di inestimabile valore ambientale e produttivo: corre lungo la riva destra del fiume Cedrino, con terreni di natura alluvionale profondi e fertilissimi, in un contesto miracolosamente incontaminato, nel quale parecchie diecine di coltivatori praticano colture specializzate e che verrebbero sradicati con una miserabile indennità e un costo umano e sociale irreparabile.
Nell’ambito dello strumento di pianificazione territoriale la destinazione urbanistica della zona in questione è disciplinata dal Piano Regolatore Generale approvato con Decr. Reg. n. 1507 del 25/09/1987 P.T.P. ex lg. reg. n. 45 del 22/12/1989 ed è assoggettata al vincolo della Direttiva Comunitaria n. 92/43 di salvaguardia e protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna (istituzione dei Siti di Interesse Comunitario – SIC).
La destinazione urbanistica è all’interno della Zona Hf – Parco attrezzato del fiume Cedrino, fascia di rispetto ambientale in un’area di conservazione integrale ai sensi della lg. reg. n. 45/89 e della Direttiva Comunitaria n. 92/43 CEE compresa nell’area SIC di Avalè - Palude di Osala. 
La lg. reg. 45/89 è tesa a garantire la conservazione integrale dei singoli caratteri naturalistici, storici, morfologici e dei rispettivi insiemi.
(Zona SIC : tutti gli interventi in queste zone devono essere sottoposti a valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 5 del DPR 357/97 che approva il regolamento di attuazione della Direttiva comunitaria CEE n. 92/43).
Questi rigidi vincoli normativi e ordinamentali vengono disinvoltamente aggirati dal progetto preliminare di costruzione dell’opera e considerati come inesistenti dall’amministrazione comunale.
Noi riteniamo che sia necessario un ripensamento e che i finanziamenti resi disponibili vengano utilizzati per progetti molto più utili per la comunità.
Nel nostro documento ne abbiamo indicati alcuni ma altri evidentemente ne potrebbero essere proposti: tutti a impatto ambientale nullo, anzi alternativi a un consumo dissennato e privo di ragioni plausibili di territorio e capaci di creare nuova, qualificata e duratura occupazione.
Tra le diverse proposte da noi avanzate ne richiamiamo due in particolare: la valorizzazione del corso del fiume Cedrino, fino al comune di Galtellì con imbarcazioni leggere e di pescaggio superficiale, con un percorso di grande fascino naturalistico e un itinerario pedo-ciclabile che utilizzi l’attuale strada vicinale, adeguata ovviamente all’ampliamento della sua utilizzazione, per rendere fruibile non solo dai flussi turistici amanti della natura ma da tutti i cittadini del comune e del territorio la bellezza e la integrità dell’oasi, con giovamento anche per le attività produttive che vi insistono e per quelle che potrebbero essere utilmente allocate come punti di ristoro, di attività ludiche e sportive nonché di guida turistico-ambientale.
Questo sviluppo alternativo potrebbe, oltretutto, essere di esempio per altri comuni del territorio, invece di inseguire progetti illusionistici privi di fondamento che, come il recente passato ci insegna, non portano da nessuna parte e lasciano solo macerie, non solo materiali, e inutili rimpianti.
Il consumo del territorio, in quanto risorsa non rinnovabile, attraverso la cementificazione, è diventato un problema di emergenza nazionale; la perdita di terreno agrario, risorsa infungibile e strategica per la produzione alimentare, anche in Sardegna ha risvolti preoccupanti e deve essere fermata.
La nostra regione ha una grave dipendenza per l’approvvigionamento di derrate alimentari e non può perdere neanche un metro di terreno agrario, soprattutto quando ha i requisiti di qualità e produttività quali quelli che si vorrebbe espropriare. Infine, si distruggono, senza alcuna apprezzabile contropartita, posti di lavoro per l’oggi e per il domani per un’opera che non crea ma distrugge ricchezza.
L’attuale amministrazione comunale, ha evidentemente un’altra visione del bene comune se ha ideato di disseppellire il progetto concepito in una diversa stagione politica e se ha ritenuto, con una scelta che desta sospetto, di adempiere all’obbligo formale di pubblicazione dell’avvio del procedimento relativo all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio non su quotidiani regionali, di più ampia diffusione e alla portata di tutti, ma su “Italia Oggi”, di presunta diffusione nazionale, nonché sul “Corriere dello Sport” di asserita diffusione regionale, oltre che sull’Albo Pretorio on line del comune e del sito della Regione Sardegna.
Dall’albo pretorio on line è sparito dopo qualche settimana, come pure è sparito dal sito informatico regionale.
Probabilmente l’Amministrazione in carica non aveva ( e non ha) un grande interesse che, né i cittadini interessati né, tanto meno, l’intera popolazione venga a conoscenza di quello che si cucina nelle segrete stanze e, al contrario, ha interesse che venga preventivamente disarmata e posta davanti al fatto compiuto una eventuale opposizione.
Tuttavia, il nuovo clima politico regionale ci induce a sperare che non si dia nessuna copertura per un’operazione di sperpero di risorse ed eminentemente propagandistica e che vengano revocati/bloccati i finanziamenti da riqualificare e concedere solo ed esclusivamente per progetti che abbiano una ricaduta reale a beneficio di tutta la comunità e dell’intero territorio.
Se questa nostra analisi è corretta e condivisa, a Voi tutti, cari amici, chiediamo il supporto della vostra competenza e della vostra capacità di proposta e di mobilitazione di tutti coloro che non si rassegnano al declino anche quando venga camuffato sotto le sembianze ingannevoli di progetti mirabolanti .
Se lo ritenete opportuno, siamo pronti a mettere a vostra disposizione tutto il materiale relativo e a mettere in calendario un primo incontro di reciproca conoscenza e di auspicabile collaborazione.

IL COMITATO



QUI e QUI i blog per seguire questa storia (sbagliata)

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