venerdì 11 aprile 2014

Teresa Fantasia, da Bantine all’Argentina

«Il giorno che andammo via mi è rimasto impresso, avevo un nodo al cuore; zia Maddalena mi teneva tra le braccia, il camion si è fermato e siamo scesi per mangiare i frutti del bosco per l’ultima volta, quasi a portarci dietro i sapori a noi familiari». Chi parla è una donna, allora bambina di sette anni, mai partita del tutto dalla sua Pattada di cui conserva un ricordo nitido, alimentato dalla memoria e dal vento impetuoso delle parole in limba che usa di frequente, nonostante viva da sessantacinque anni a oltre tredicimila chilometri di distanza. «Per moltissimo tempo ho fatto un sogno nel quale mi vedevo, sempre piccola, mentre salivo la gradinata in pietra che portava a casa e dove ho vissuto la mia prima pizzinnìa».
Teresa Fantasia, classe 1941, è in Argentina dal 1948, esattamente dal 31 dicembre. La fine di un anno che simboleggiava anche l’abbandono definitivo delle macerie della vita precedente in una Sardegna devastata dalla Guerra Mondiale e l’inizio di un capitolo nuovo, dall’altra parte del mondo. Famiglia di pionieri, la sua, per necessità: il padre, Giovanni Fantasia, voleva garantire il pane alla moglie Maria Antonia “Toietta” Zazzu di Bantine e agli otto figli.
Ma il suo mestiere di calzolaio non andava e Nanneddu, rientrato da poco dal servizio militare a La Maddalena, prova a reinventarsi minatore a Carbonia: senza successo. «Mio padre e mie zii non si erano rassegnati a quelle condizioni durissime e sono rientrati delusi a bidda – dice Teresa ricorrendo a uno dei tanti termini sardi che punteggiano il suo racconto – e allora mia nonna materna ha proposto a tutti di partire per l’Argentina dove c’era già un figlio, zio Barore. E’ stata la prima ad andare via assieme a zio Gaspare, poi tutti quanti noi e zio Antoni con la moglie e due figli piccoli».

In mezzo, un viaggio epico con il porto di Genova come prima tappa: «Siamo rimasti ad attendere la nave Santa Cruz per due giorni. Babbo doveva dormire assieme a tanti uomini estranei, separato dalla famiglia, mentre mamma e le altre donne stavano con i bambini in cabine immense. Ci si ritrovava per la colazione»…
continua qui

Nessun commento:

Posta un commento