L’agricoltore
può assaporare l’aroma della terra, mentre cammina nel campo. Sono le quattro
del mattino. Il raccolto danza nel vento e così il suo fragile futuro.
Questo agricoltore locale conosce come rendere fertile il suo campo e condivide
con esso un forte legame.
Lavora in
un’organizzazione no profit, il centro per lo sviluppo rurale di Kishantos in
Ungheria che porta avanti insieme agricoltura biologica ed educazione. Il
centro è stato fondato vent’anni fa dagli sforzi congiunti del Governo Ungherese
e di quello Tedesco. Da allora ogni anno ha educato centinaia di
agricoltori all’agricoltura sostenibile. Il centro comprende due parti: la Folk
High School Centre e 452 ettari fattoria biologica. La sua missione principale
è quella di diffondere i principi della sostenibilità in ecologia e della
democrazia.
Fondata
dagli agricoltori locali nel 1998 quest’iniziativa di base si era aggiudicata
un contratto valido fino all’ottobre del 2013. Piuttosto che rinnovarlo, il
Fondo terra ungherese (che rappresenta lo Stato come proprietario) ha emesso un
bando di gara per l’affitto delle terre in dieci lotti. Il Centro di Sviluppo
Rurale ha presentato 10 domande, ma non ha ottenuto un centimetro quadrato di
terra.
Kishantos
rischiava di perdere la sua terra e il certificato di agricoltura biologica
Suisse. Questo avrebbe significato la fine del centro, dove per vent’anni la
terra non era stata trattata con agenti chimici o fertilizzanti. La
comunità locale ha reagito e lanciato una campagna per fermare l’operazione di
acquisizione di terreno. “Salva Kishantos”, lo slogan della campagna diffuso su
Internet. Róbert Fidrich coordinatore di “Friends of the Earth Hungary ha
raccontato , “tanti attivisti sono venuti a dimostrare il loro supporto…
L’associazione ha rifiutato di dare la terra allo Stato e due settimane dopo il
Centro per lo sviluppo rurale ha ottenuto la protezione istituzionale, è stata
una grande vittoria per noi”.
Storie con
il lieto fine, quindi, esistono.
L’Ungheria
ha terre fertili e a buon mercato, come molti Stati dell’Est – due aspetti che
nel passato hanno reso questo Stato molto attraente nei confronti degli
investitori stranieri. Secondo la relazione intitolata “Land Grabbing, Land
Concentration and People’s Struggles in Europe” pubblicata nel giugno 2013
dal Movimento internazionale degli agricoltori Via Campesina negli anni novanta
il prezzo di un ettaro di terra in Ungheria era 100 volte meno che in Austria.
Casi di land
grabbing o concentrazione della terra accadono anche nel Sud dell’Europa dove
le maggiori forzi direttrice sono gli investimenti in energie rinnovabili.
Suolo e
vento sono risorse chiave in questo tipo di economia.
Archeologi
ad esempio stanno protestando contro un piano di costruzione di un gigantesco
impianto eolico a Creta…
continua
qui
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