Non ci sono parole in questo
documentario di Patrick Rouxell, solo immagini e suoni: le scene spaventose
della distruzione della foresta pluviale indonesiana ed i lamenti degli
oranghi, agonizzanti a terra per la mancanza di cibo e riparo, caricati in
sacchi di stoffa e trasportati in piccole strutture dove qualcuno tenta di
salvarli. Si abbattono gli alberi, si brucia il terreno, si distruggono gli
animali per creare coltivazioni intensive di palme da olio. Il documentario
prende il nome da Green, orango femmina le cui immagini di degenza in un
lettino, attaccata ad una flebo, accompagnano lo spettatore di questa sorta di
preghiera laica che scuote le nostre convinzioni sui consumi e sulle nostre
responsabilità. La catena delle conseguenze è molto lunga, è vero: fra la morte
di decine di migliaia di oranghi, il rischio di estinzione degli elefanti, la
scomparsa delle tigri, la distruzione della bio diversità ed il nostro carrello
della spesa, passano migliaia di chilometri, centinaia di lavoratori, mille trasformazioni
e tante pubblicità. Ma il collegamento c’è e Rouxell ce lo butta in faccia,
senza mezze misure e solo con la forza delle immagini e di un montaggio che fa
quello che dovrebbe davvero fare: raccontare una storia…
Sul
sito ufficiale del film potete leggere la lista delle aziende coinvolte in
questa distruzione:
…A
lasciare particolarmente sconcertati è la diffusione del suo impiego,
che abbraccia non soltanto l'industria
alimentare, ma anche il mondo della cosmesi,
trattandosi di un olio considerato molto versatile, oltre che disponibile sul
mercato a prezzi contenuti rispetto ad altri oli vegetali
maggiormente pregiati. La sua presenza negli alimenti confezionati non interessa soltanto i comuni
prodotti da supermercato, ma anche i cibi
biologici, tra cui si possono individuare, ad esempio.
fette biscottate e biscotti per la colazione. E' necessario dunque porre unaparticolare attenzione alle liste
degli ingredienti in
qualsiasi luogo si acquisti un prodotto ed a qualsiasi marchio si faccia
riferimento.
L'olio
di palma, nei comuni prodotti confezionati,
non manca di essere utilizzato in prodotti sia dolci che salati,
tra i quali è possibile individuare diversi tipi di alimenti da forno, come
crackers e grissini, ma anche merendine di vario genere e biscotti, senza
contare alcune delle creme spalmabili più
diffuse ed alcuni
tipi di margarina, oltre che
alcune basi pronte fresche o surgelate per la preparazione di torte salate,
pizze e focacce e differenti tipologie di pietanze precotte o prefritte.
Ciò che
ci dovrebbe spingere ad evitare il consumo di prodotti
contenenti olio di palma al
fine di proteggere la nostra salute riguarda il suo
elevato contenuto di grassi saturi, che può raggiungere anche il 50% nel
caso dell'olio di palma derivato dai frutti e l'80% nell'olio di palmisto,
derivato dai semi. Si tratta di oli spesso utilizzati a livello industriale per
la frittura ed a livello cosmetico per la preparazione di creme, saponi e
prodotti detergenti destinati alla cura della persona…
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