Fatemi gli
auguri. E sì compio ben 12 anni. Alle 0.25 del 25 aprile del 2001 ho iniziato
la mia seconda vita. Né peggiore né migliore di quella di prima, solo molto
diversa. Anzi giocando con le parole quel giorno sono diventato un diversamente
vivente. Che c’è da festeggiare? Beh l’alternativa, non certo allettante,
sarebbe stata diversamente morto… La metto sul ridere, almeno ci provo, ma è un
riso amaro. Se mi fosse data la possibilità di scegliere il mio destino certo
non avrei selezionato l’opzione vita in sedia a rotelle. Ci sono tante altre
vite che all’apparenza appaiono più interessanti. Ma così è andata.
Giocare con il proprio passato può essere utile e catartico. Può
farti capire il percorso che hai fatto, che sei in viaggio verso una meta, può
farti comprendere che sei vivo. Situazione che non era una certezza dodici anni
fa sull’asfalto di Luino. Guardarsi alle spalle serve anche a fare i conti con
se stessi, a far pulizia di tutto quello che è inutile, a non ripetere gli
stessi errori. C’è stato un periodo, appena dopo l’incidente che mi ha reso
paraplegico in cui ho sentito il bisogno di riempire l’esistenza di cose,
spesso non importava se fossero realmente importanti. Ho riempito la mia vita
di persone per poi scoprire che ne bastano poche, ma scelte con cura. Ho
riempito la mia vita di flirt, per poi scoprire che una sola donna può saturare
la tua esistenza d’amore. Ho riempito la mia scrivania di iniziative per poi
non essere mai soddisfatto dei risultati. Il tutto per dimostrami che una vita
normale è possibile. Oggi forse svuoterei un po’ l’agenda per lasciare più
spazio alle emozioni vere e al pensiero…
Riso amaro... amare produzioni... amaro è o bene...
RispondiEliminanon capisco ma sono d'accordo:)
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