La decrescita non è felice, ma non è neanche
parolaccia. E’ una fase della vita umana, di quella economica e di quella
merceologica. Chi può, fa bene a coltivare, con gioia, pomodori “bio” senza
concimi e pesticidi. Nello stesso tempo i governi dei vari paesi faranno bene a
emanare leggi per regolare crescita, ma anche decrescita, della produzione
tenendo conto dell’inevitabile impoverimento delle riserve di risorse naturali
e della fertilità del suolo, dell’aumento dell’inquinamento e del numero degli
abitanti della terra, con gli scandalosi sprechi di alcuni e con la giusta
aspirazione di tanti altri ad uscire da una scandalosa miseria. E faranno bene
i cittadini a sollecitare e criticare i governi quando sono troppo lenti e
svogliati nell’affrontare tali compiti.
sabato 21 luglio 2012
Decrescita, un dibattito lungo 40 anni - Giorgio Nebbia
...Certe volte le proposte di decrescita di
certe merci generano inconvenienti anche peggiori: la decrescita dei consumi di
benzina attraverso la sua sostituzione con biocarburanti provoca una crescita
della produzione e del consumo di prodotti agricoli che vengono sottratti agli
usi alimentari. Certe altre volte la decrescita è provocata dalle stesse forze
economiche perché la comparsa di altre merci e processi costringe alla chiusura
di fabbriche e miniere e alla cessazione di coltivazioni, talvolta con dolore
per occupati e per le loro famiglie. Abbiamo ben assistito alla decrescita e
scomparsa della produzione di acciaio a Napoli e Genova; della coltivazione
delle mandorle pugliesi che, mezzo secolo fa, esportavamo in tutto il mondo, o
delle barbabietole nella Valle Padana.
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