Una delle emergenze ambientali più stringenti è quella che riguarda il consumo del suolo in Italia: dal 1990 a oggi, ogni anno vengono divorati 244.000 ettari , oltre 668 ettari al giorno, per realizzare nuovi edifici, infrastrutture e centri commerciali a iosa. Tuttavia, questa tendenza non è giustificata da una crescita demografica.Quale la ragione di questo inarrestabile consumo? Affari? Malgoverno? Disinteresse? Se si prende come esempio la Sardegna, regione che ha poco più di 1.500.000 abitanti, si può osservare quanto sia diffusa la pratica della sottrazione di suolo: si continua a costruire sulle coste, nelle campagne e nei paesi, persino in luoghi del tutto inadatti, quando non a rischio, nonostante manchino le persone, che anzi fuggono alla ricerca di un lavoro. Osservando Sestu, il luogo dove abito, e parlando con la gente ho avuto il forte sospetto che il paese – ad appena 10 km da Cagliari, cresciuto in modo incontrollato nel giro di 25 anni, tanto da aver raddoppiato il numero degli abitanti – abbia raggiunto un punto di non ritorno nell’abuso del territorio. La conferma, dopo le scelte operate nell’ultimo consiglio comunale da una giunta di centro- sinistra. Nonostante un mercato immobiliare in gravissima crisi, infatti, si progetta ancora di costruire, eppure, a sentire un imprenditore del settore Sestu conta circa 450 appartamenti invenduti, 40 locali commerciali sfitti e una 15cina di capannoni, fra la zona industriale e artigianale, inutilizzati. Ciononostante nell’ultimo Consiglio con una votazione di 10 a zero, è stato deciso di inserire l’area alluvionale del Riu su Pardu nel piano di lottizzazione prevedendo la realizzazione di un ipermercato, di un residence che prevede persino il seminterrato. Eppure basta chiedere a chi abita in zona per scoprire che solo a 2,5 metri di scavo l’ acqua zampilla...
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è così dappertutto, purtroppo. E purtroppo bisogna aggiungere che qui, in questi casi, diventa vero il "sono tutti uguali": non c'è differenza tra le amministrazioni di vario colore.
RispondiEliminaE verrebbe da aggiungere "uguali a chi?"
In Sardegna si è pur votato, era chiaro anche visto da qui (Lombardia) che il quesito era "costruire sulle cose - non costruire sulle coste".
Forse vale la pena di andare e rileggersi il mito di Cassandra, o magari quello di Tiresia nell'Edipo Re... Thebis peremptor latet, l'assassino si nasconde in Tebe.
un giorno un Tribunale giudicherà i cementificatori e i loro complici?
RispondiEliminacerto non i tribunali nostri, che applicano le "loro" leggi, magari un Tribunale dell'umanità, chissà casa ne direbbe Cassandra