martedì 8 marzo 2011

i dolori degli pneumatici

…Il pneumatico, sopportando il peso di un veicolo, si frantuma sull’asfalto, producendo piccoli frammenti di gomma, conosciuti come polvere di pneumatico o particolato (PM). Questo va nell’aria o si deposita sulla strada, secondo il peso, vento ecc. Fino agli anni 80 si è pensato che il particolato dei pneumatici non entrasse nei polmoni (studi, tra gli altri, dell’Environment Protection Agency americana). Ma ora si ritiene che il 60% del PM prodotto dai pneumatici possa entrare nei polmoni.

Forse perché adesso si possono misurare i PM “piccoli”?

Le particelle che destano maggiore preoccupazione più grande sono quelle che misurano 10 micron o meno. Per capire le dimensioni, un capello umano è spesso 70 micron circa, mentre i fili di polvere che svolazzano al sole sono circa 10 micron.

La polvere microscopica che si stacca i pneumatici contiene una miscela “unica” di sostanze che hanno un effetto più potente sul corpo umano della polvere naturale. Per formare la gomma nei pneumatici dei veicolo viene usata, una vasta gamma di prodotti chimici, quali lo xilene, il benzene, la nafta, solventi clorati (per esempio il tricloroetano), idrocarburi policiclici aromatici , antracene, fenantrene, benzoirene, fenoli, ammine, petrolio, acidi ed alcali (per esempio idrossido del sodio), difenili policlorati, cianoalcani alogenati e plastificanti…

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Ottocento campi da calcio. Sei milioni di metri quadrati di pneumatici usati che si accumulano da anni su tutto il territorio italiano e ci sono costati negli ultimi cinque anni più di 2 miliardi di euro. Il traffico dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) in Italia è uno dei più redditizi nell'ambito del commercio illegale dei rifiuti.
Secondo il rapporto elaborato da Legambiente “Copertone Selvaggio”, ogni anno in Italia oltre 100 mila tonnellate di PFU spariscono nel nulla, o, meglio, prendono la via del commercio illegale. Dei 33 milioni di pneumatici che vengono venduti ogni anno, 350 mila diventano “vecchi” e prendono la perigliosa via dello smaltimento. Circa la metà di questi è destinata al "recupero energetico" (direttamente in Italia o inviati all'estero): vengono bruciati, al posto di combustibili fossili come carbone e coke, nei cementifici e negli impianti che producono calce.

Un quarto viene recuperato: frantumati finiscono nelle barriere insonorizzanti, nelle pavimentazioni stradali, nelle piste di atletica o nei pendii da stabilizzare. Ed infine di un ultimo altro quarto di tutti i pneumatici fuori uso non si conosce la destinazione. Questi PFU finiscono nelle oltre mille discariche illegali sparse su tutto il territorio italiano, pronti per essere incendiati o, peggio, rimessi in commercio, dopo essere stati rivenduti “in nero” ai commercianti. Secondo il D.lgs 152/2006 sono i produttori che si dovrebbero occupare della raccolta e delle smaltimento di questo tipo di rifiuti, che, secondo una direttiva europea, non possono più essere accumulati in discariche.
Per questo scopo è nata nel 2009 Ecopneus, una società consortile che raggruppa tutti i principali produttori di pneumatici (fra cui Bridgestone, Goodyear Dunlop, Michelin e Pirelli). Ecopneus si occuperà di raccogliere e smaltire a norma di legge i PFU, non appena sarà formulato il decreto ministeriale che darà avvio al sistema di gestione a livello nazionale. In attesa del decreto, però, sembra che in Italia ad occuparsi dei rifiuti siano principalmente le organizzazioni criminali. Il business illegale dei PFU poggia su una fitta rete di discariche illegali, la maggior parte concentrate al sud, fra Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Ma nemmeno il nord (ad esclusione della pulita Valle d'Aosta) è immune dal traffico di pneumatici: in Piemonte si concentrano oltre il 3,5% delle discariche illegali (37 in tutto), e guardando dal satellite la Lombardia, vicino a Pavia, si possono contare 20 “colline” di pneumatici abbandonati.

Nella zona fra Caserta e Napoli (una zona chiamata non a caso “la terra dei fuochi”), a gestire il traffico è principalmente la camorra, che si avvale della collaborazione di gruppi di rom, che, per 50-100 euro al carico, raccolgono ed incendiano i PFU ai bordi delle strade, nelle cave o nei campi.

Fino ad oggi le forze dell'ordine hanno portato a termine 19 inchieste che hanno coinvolto 122 aziende.

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Gli Pneumatici Fuori Uso (d’ora in avanti PFU) “rotolano” – anche quando vengono dismessi e diventano rifiuti – non sempre in maniera legale.

Secondo le stime elaborate da Ecopneus, incrociando i dati dell’intero settore, ogni anno spariscono nel nulla – o si disperdono in canali poco chiari – fino a 100mila tonnellate di PFU, circa 1/4 degli pneumatici immessi in commercio nello stesso arco di tempo.

Con ogni probabilità finiscono nelle maglie del mercato illegale, oggetto di traffici nazionali e internazionali o abbandonati in discariche abusive.

Secondo il censimento di Legambiente, realizzato sulla base delle informazioni raccolte dai Circoli Locali dell’associazione, delle operazioni di polizia giudiziaria e delle notizie pubblicate dalle agenzie e organi di stampa, dal 2005 a oggi sono state individuate ben 1.049 discariche illegali, per un’estensione che supera ampiamente i 6 milioni di metri quadrati (per l’esattezza 6.170.537).

Si va dalle discariche di ridotte dimensioni, frutto della smania di risparmiare qualche spicciolo da parte di piccoli operatori (gommisti, officine, trasportatori, intermediari), a quelle più grandi, dove appare evidente la presenza di attività organizzate per il traffico illecito, svolte sia in Italia che all’estero…

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2 commenti:

  1. questo mondo che ha l'ansi di produrre ed il mito della crescita del pil a tutti i costi... si salva poco e niente, danni su danni.
    grazie francesco, questa non la sapevo

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  2. eppure basterebbe che chi vende si faccia carico dell'usato, in maniera controllata, per ogni prodotto.
    e che chi imballa i suoi prodotti paghi molto per gli imballaggi, ma molto davvero, ci sono prodotti in cui pesa, e occupa più spazio, l'imballaggio del contenuto.
    invece da un bel po' di anni si possono comprare i pneumatici nei centri commerciali, chissà che fine fanno quelli sostituiti:(

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