domenica 6 marzo 2011

La truffa dei CIP 6

Il CIP6 è una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi adottata il 29 aprile 1992 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n°109 del 12 maggio 1992) a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e "assimilate".

La dizione "assimilate" fu aggiunta alla previsione originaria in sede di approvazione del provvedimento per includere fonti di vario tipo, non previste espressamente dalla normativa europea in materia.

In conseguenza della delibera "CIP6", chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici a un prezzo superiore a quello di mercato.

I costi di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del 6-7% del costo dell'energia elettrica, che viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette (componente A3 degli oneri di sistema). Il valore dell'incentivo CIP6 viene aggiornato trimestralmente e i valori (in €/MWh) sono pubblicati sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Per il 4º trimestre 2010 l'importo è pari a 69,96 €/MWh…

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La truffa dei CIP 6 è ormai ben nota a tutti, anche se periodicamente, sia gli italiani che le istituzioni europee sembrano dimenticarsene. In breve tutto comincia nel 1992 con la delibera n. 6 del Comitato Interministeriale Prezzi che stabilisce un incentivo per la produzione di energia provenienti da fonti rinnovabili. I fondi per tale operazioni provengono da unaumento del 7% delle bollette energetiche di tutti gli italiani che, da circa 20 anni, finanziano in questa maniera la promozione delle energie rinnovabili. O almeno pensano. Perché la delibera CIP6 fa riferimento ad una legge preparata ad hoc per fregare gli italiani a favore di industriali e affaristi che si spacciano per grandi imprenditori ma che costruiscono i loro profitti distraendo in maniera inopportuna risorse pubbliche.

Con l’espressione “rinnovabili e assimilate”, infatti, sono state finanziate per decenni forme di energia che nulla hanno a che fare con la definizione di rinnovabili fornita dalla Direttiva 2001/77/CE. Un caso su tutti, gli inceneritori, costruiti in Italia non perché, come vogliono farci credere, sono la soluzione al problema dei rifiuti ma per il semplice fatto che costruirli e gestirli rappresenta un grosso affare per pochi, pagato dai contribuenti.

Nel 2004 la Commissione Europea apre a tal proposito ben due procedure di infrazione contro l’Italia, giudicando inammissibile il finanziamento pubblico per l’incenerimento come fonte di energia rinnovabile

Sonia Alfano continua qui

…in piena emergenza petrolifera il Paese del Sole è agli ultimi posti nell’utilizzo dell’energia solare, battuto perfino da Norvegia e Finlandia.

Le cause principali sono due: l’ostruzionismo dell’Enel, che tratterò se mai un’altra volta, e il “regime Cip6” o meglio il “raggiro Cip6” perchè di una mega-truffa, in sostanza, si tratta: 30 miliardi di Euro, secondo una stima della X^ Commissione della Camera. Nel 1992, per apparenti scopi ambientali, il Comitato Interministeriale Prezzi, con delibera n. 6 (oggi nota appunto come “Cip6”) stabilì che gli italiani pagassero l’elettricità il 6-7% in più e che il gettito del nuovo balzello – denominato “componente tariffaria A3” - fosse impiegato per sostenere quella prodotta da fonti rinnovabili, pagandola a prezzi superiori a quelli di mercato. Purtroppo però in quel testo alle parole “fonti rinnovabili” fu aggiunto “o assimilate” e in seguito non furono mai fissati criteri certi con cui decidere se una fonte di energia fosse “assimilabile” alle rinnovabili.

Fra le “fonti assimilate” fu quindi fatto passare di tutto e soprattutto scarti di raffineria petrolifera e rifiuti non biodegradabili, che sono fonti non rinnovabili e molto inquinanti. Col risultato che la maggior parte dei fondi Cip6 sono sempre andati alle fonti “assimilate” anziché alle rinnovabili vere; e anche da qui il grave gap italiano in quel settore. Il commentatore economico del Corriere della Sera Massimo Mucchetti, nel suo libro“Licenziare i padroni?” (Feltrinelli 2003) , sostiene che scopo principale del trucco fosse il salvataggio della Edison, uscita malconcia dal crak Montedison. Sta di fatto che, almeno nel 2003 e 2004 , Edison incassò oltre metà dei fondi Cip6 pagati per elettricità da “fonti assimilate” e i suoi bilanci di quegli anni dimostrano che quegli incassi costituirono oltre il 50% dei suoi ricavi complessivi…

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La stessa Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) ha più volte espresso la sua preoccupazione per il crescente peso degli incentivi sulla bolletta energetica dei consumatori.

In realtà, la spesa pubblica sostenuta per favorire lo sviluppo delle rinnovabili comprende anche una quota riconosciuta agli impianti inclusi nel controverso provvedimento Cip 6/92 alimentati dalle cosiddette fonti “assimilate” (cogenerazione, calore recuperabile dai fumi di scarico e da impianti termici, elettrici o da processi industriali, impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano fonti fossili prodotte solo da giacimenti minori isolati) e in particolare ai termovalorizzatori. Proprio quello degli inceneritori di rifiuti rappresenta l’aspetto più controverso della “questione Cip 6”, per i quali l’Italia è incappata anche in un paio di procedure di infrazione da parte della Comunità europea. Attualmente, la legge 210/2008 prevede che gli incentivi vengano concessi solo ai termovalorizzatori entrati in esercizio entro il dicembre 2009(è proprio questo provvedimento che ha consentito al governo di risolvere almeno formalmente le procedure d’infrazione), ma pone una deroga completa per tutti gli impianti di incenerimento previsti per far fronte a “situazioni di emergenza”, come quella campana o quella siciliana. In ogni caso, nel decennio 2000/2009, gli incentivi concessi a tutte queste categorie di impianti hanno raggiunto complessivamente la cifra di circa 33 miliardi di euro(Fonte: Gse, Rapporto delle attività svolte nel corso del 2009, pubblicato a luglio 2010), pari a più del doppio dell’ammontare destinato nello stesso periodo alle “vere” rinnovabili, ovvero 13,5 miliardi…

da qui

Il Gestore dei servizi energetici, meglio noto con la sigla di Gse, ha pubblicato l’elenco delle societàche si sono aggiudicate la gara 2010 per lo spartimento dei diritti di produzione dei 3.403 MWgiornalieri incentivati con la tariffa Cip6.

Mi sono limitato a fare il copia e incolla dei dati dal sito del Gse, premurandomi di metterli in ordine per quantità di diritti assegnati.

In pratica, da Enel in giù, qui trovate tutte le aziende che si dividono gli incentivi nati per lerinnovabili e, quasi sempre, distribuiti agli impianti “assimilati”.

Vi voglio solo ricordare che, a differenza di quanto qualcuno ha affermato, gli incentivi Cip6 restano anche per i termovalorizzatori.

Mi sono permesso, infine, di inserire qualche link per le aziende di cui ho già avuto il piacere di parlare…

eccole

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