In Inghilterra, precisamente a Farlington, cittadina nei pressi di
Portsmouth, nella contea dell’Hampshire, capita che una mucca fugga dal campo in
cui è relegata e si lanci sull'autostrada a sfrecciare tra le auto. La polizia
ci ha messo ben tre ore per raggiungerla. E abbatterla. Ciò che segue consiste
in un resoconto, più o meno veritiero, di ciò che ha pensato prima di uscire
dal recinto…
E' finita nel peggiore dei modi la fuga del maialino Ettore,
restituito a Roberta Perini tagliato a pezzi e pronto per essere surgelato.
«Dopo tanta fatica non solo mia, ma anche di tutti quelli che mi hanno aiutato a
cercarlo, sono riuscita ad arrivare alla verità. Ettore è stato catturato dalla
squadra dei vigili del fuoco volontari di Gardolo domenica pomeriggio nella
piazza dell'oratorio. L'hanno messo all'interno di una gabbia nella quale era
immobile sia per la stanchezza che per la paura. E cosa è successo? É successo
che i quattro componenti della squadra hanno di comune accordo deciso di
portarselo a casa, semplicemente perché era morto, per mangiarlo». Roberta
prende fiato, blocca le lacrime e prosegue: «Se lo hanno trovato morto,
oltretutto dei vigili del fuoco non dei disperati senza tetto, come possono
decidere di mangiarlo senza nessun controllo sanitario, quando la legge prevede
l'intervento del veterinario? Se invece era solo ferito gravemente, sia per curarlo
che per sopprimerlo dovevano chiamare lo stesso il veterinario. Temo piuttosto
che Ettore fosse vivo e che riconosciuto come maiale lo abbiano ucciso». Ma non
le avevano detto di averlo liberato nei boschi di Gardolo di Mezzo? «Esatto,
sono stati gli stessi vigili del fuoco a dirmelo e per questo non credo
assolutamente alla versione che mi è stata data dal capo squadra».
Ieri sera l'incontro in caserma: «C’era tutta
la squadra. Si sono dichiarati dispiaciuti, ma il momento peggiore è stato
quando me lo hanno restituito in tanti sacchetti. Secondo loro lo avrebbero
raccolto zoppicante e con la bava alla bocca e sarebbe morto in caserma. A quel
punto, avvertita la Forestale, se lo sono portati a casa».
A Ettore Roberta ha voluto molto bene, come a
un comune animale da compagnia: «Non mi do pace - dice - per la fine che ha
fatto, ma sono felice di avergli dato dei mesi di vita degna di essere vissuta.
A differenza dei suoi fratelli degli allevamenti da carne, lui ha potuto vivere
libero, grufolare nell'erba, ricevere coccole, correre con i suoi amici cani,
ha potuto dormire al caldo. Ha vissuto amato e coccolato da tutta la mia
famiglia».
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