sabato 10 dicembre 2011

Critical Fish

sembra pubblicità, è solo riduzione del danno - francesco


In realta' la pescheria di via Ancona c'era da anni, ma da qualche settimana ha cambiato nome e "formula". Io me ne sono accorta la settimana scorsa, quando ho visto il gazebo con i tavolini montato di fronte. Il primo pensiero e' stato "maledizione, la gia' remota possibilita' di trovare parcheggio vicino casa diminuisce ancora"; il secondo "Ma che ci fa una pescheria con i tavoli??".
La risposta e' Critical Fish, o meglio Ethical Fish. Che, al di la', dei nomi e della grafica ammiccanti, sono due idee carine.

Prima di tutto, consumo critico e consapevole: Critical Fish, creato della cooperativa sociale BeMar, promuove la filiera corta anche per il pesce; dunque, dal pescatore (in particolare, le barche che pescano nei mari del Lazio e del Sud Italia, tra Cilento e Calabria) al consumatore, tramite i GAS (gruppi di acquisto solidali), il sit
o web, abbonamenti settimanali per famiglie e single e la vendita al dettaglio.  Il pesce dunque, completamente tracciabile, e' solo di provenienza nazionale, di stagione e catturato con sistemi ecosostenibili. Niente pesci "pregiati" di allevamento imbottiti con antibiotici e mangimi, niente pesci "a rischio" come il tonno rosso.

Poi, educazione alimentare: Critical Fish e' anche la prima pescheria didattica di Roma, e con la collaborazione di una biologa organizza percorsi ludico-didattici per le scuole, ospitando piccoli gruppi di ragazzi per spiegargli tutto sul pesce e le sue proprieta' nutritive…


Nel 2061 i mari saranno come deserti. Salmoni, tonni, merluzzi, ippoglossi, spada e sardine sono in via di estinzione. Lo dice Mark Kurlansky, scrittore magari un po' apocalittico, ma non troppo. E allora se siete stufi di contribuire allo spopolamento dei mari e al deserto delle coscienze, fate un salto daCritical Fish, la pescheria più didattica ed etica della capitale, aperta dal 20 maggio. Noi ci andiamo, a un passo dal mercato coperto di piazza Alessandria, e incontriamo un sorridenteFrancesco Maria Primerano, pescivendolo, anzi marinaro, come si dice nella sua Pizzo Calabro, da sedici generazioni. Che ci racconta, con un entusiasmo coinvolgente, come è nata l’idea di fare di una piccola pescheria, un luogo di promozione della cultura ittica responsabile e del consumo critico (dove si fa, peraltro, un ottimo aperitivo a base di crudo di pesce e vini laziali…)

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