«Più Leali di così». Il cantante Fausto Leali ci ha
messo la faccia, è il caso di dirlo, per sponsorizzare una catena di negozi di
«compro oro». Ma anche Renato Pozzetto non è da meno. In uno spot che
reclamizza un marchio dei «compro oro» recita la parte del nonno che si è
venduto un orologio regalatogli dal figlio per comprare i doni di Natale ai
nipoti. In un altro, sempre in coppia con il figlio, sostiene di essersi
sbarazzato di qualche «cianfrusaglia d'oro» per acquistare un megaschermo:
«Così quando sono a casa, anziché aprire il cassetto e guardare l'oro, guardo
il televisore e mi diverto di più».
Beato lui che si diverte, perché i negozi di
«compro oro», spuntati come funghi, sono uno dei segnali più laceranti della
difficoltà che il Paese sta attraversando. Un italiano su quattro si è rivolto
a un «compro oro nel 2013. Lo evidenzia il Rapporto Italia 2013 dell'Eurispes:
in un anno, la percentuale è salita dall'8,5% al 28,1%. La crisi rimpingua gli
incassi, i negozi del settore sono in crescita e la criminalità ha fiutato il
business con una rete sempre più estesa di attività illecite. Lo confermano i
dati della Guardia di finanza: nel 2013 sono stati arrestati 52 responsabili di
traffico di metalli preziosi, oltre il 200% in più rispetto all'anno
precedente.
Molte famiglie sono costrette a vendere
gli anelli, le collanine, gli orecchini, gli orologi conservati per molti anni come
piccolo tesoro di famiglia, spesso dall'alto valore simbolico. Le difficoltà
economiche, il bisogno di denaro contante per arrivare a fine mese fanno sì che
persone senza scrupoli ne approfittino per traffici illegali. E i poveri cristi
che si vendono l'oro non lo fanno certo per portarsi a casa un nuovo
televisore!
La figura del testimonial, una sorta di garante
della pubblicità, è proprio quella di connotare positivamente un servizio
davanti agli occhi «ingenui» del consumatore. Nessuno mette in discussione la
buona fede di Leali o di Pozzetto (su grandi manifesti stradali sono apparsi
anche Anna Falchi, Fabrizio Corona, persino, a sua insaputa, papa Francesco...)
né la legittimità delle catene reclamizzate, ma un po' di sensibilità in questi
casi non guasterebbe. Oro fa oro, ma lealtà fa lealtà.
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