Erano tre amici al bar,
anzi a cena a Verona. E quella sera del 2010 hanno immaginato il modo più
stravagante e - forse - geniale di produrre energia. Utilizzando il vento
creato dal passaggio dei camion in autostrada. Avete presente quel piccolo
ciclone che avvertite quando guidate e un Tir vi sorpassa? Quella forza in
grado di spostare la nostra automobile è tutta energia sprecata, per ora. Sono
passati tre anni esatti, dalla intuizione serale, il primo test ha dato
risultati molto positivi e l'Enel giovedì scorso ha deciso di investire 250
mila euro nella Atea, la startup di Giovanni Favalli, Stefano Sciurpa e
Gianluca Gennai, con l'impegno di aggiungerne altri 400 mila fra un anno se le
cose dovessero andare bene. Ma non è solo una questione di soldi: se il più
grande operatore elettrico d'Italia, presente in 23 paesi del mondo, investe
nell'Atea, una piccola società di La Spezia, portandola a bordo di Enel Lab,
questa storia probabilmente va presa molto sul serio perché un giorno potremmo
vedere le nostre autostrade costeggiate di piccole turbine eoliche ad asse
verticale e soprattutto la smetteremo di imprecare per il traffico di camion in
autostrada.
A distanza di - circa - diecimila anni dalla prima barca a vela, l'energia eolica non smette di stupire. Le gigantesche pale che connotano (per alcuni deturpano), il panorama di molte regioni soprattutto meridionali non sono più lo standard. Sono infatti in corso progetti e test con aquiloni collegati a generatori di corrente, gigantesche vele che trainano le navi cargo negli oceani, oppure pale fissate in mezzo al mare grazie a sfere di cemento grandi come cupole in grado di accumulare l'energia prodotta. In questo contesto che vede impegnati i grandi centri di ricerca del mondo, a cominciare dal Mit di Boston e da colossi industriali come la Siemens, arriva questo piccolo progetto made in Italy che potrebbe cambiare tutto. I test sono stati più che incoraggianti. Grazie a un accordo con la Serenissima Trading una pala eolica ad asse verticale (prodotta a Zagabria e rifinita "a mano" a La Spezia) è stata installata per qualche tempo sulla autostrada Brescia-Padova. Prima era stata condotta una campagna di misurazione del vento prodotto dai veicoli pesanti progettando e installando un sistema - "Air Fighter" - , che prevedeva l'uso di 10 anemometri installati sul ciglio autostradale in grado di registrare per ogni minuto la velocità media del vento, il picco e la varianza oltre a una serie di dati di minore importanza. Dall'analisi della enorme mole di dati raccolti in due mesi emersero due considerazioni: che il vento aumenta quando ci sono i camion (e quindi crolla il sabato e la domenica, con la circolazione dei mezzi pesanti vietata), e che i valori misurati sono paragonabili a quelli riscontrati nelle torri eoliche di grandi dimensioni…
A distanza di - circa - diecimila anni dalla prima barca a vela, l'energia eolica non smette di stupire. Le gigantesche pale che connotano (per alcuni deturpano), il panorama di molte regioni soprattutto meridionali non sono più lo standard. Sono infatti in corso progetti e test con aquiloni collegati a generatori di corrente, gigantesche vele che trainano le navi cargo negli oceani, oppure pale fissate in mezzo al mare grazie a sfere di cemento grandi come cupole in grado di accumulare l'energia prodotta. In questo contesto che vede impegnati i grandi centri di ricerca del mondo, a cominciare dal Mit di Boston e da colossi industriali come la Siemens, arriva questo piccolo progetto made in Italy che potrebbe cambiare tutto. I test sono stati più che incoraggianti. Grazie a un accordo con la Serenissima Trading una pala eolica ad asse verticale (prodotta a Zagabria e rifinita "a mano" a La Spezia) è stata installata per qualche tempo sulla autostrada Brescia-Padova. Prima era stata condotta una campagna di misurazione del vento prodotto dai veicoli pesanti progettando e installando un sistema - "Air Fighter" - , che prevedeva l'uso di 10 anemometri installati sul ciglio autostradale in grado di registrare per ogni minuto la velocità media del vento, il picco e la varianza oltre a una serie di dati di minore importanza. Dall'analisi della enorme mole di dati raccolti in due mesi emersero due considerazioni: che il vento aumenta quando ci sono i camion (e quindi crolla il sabato e la domenica, con la circolazione dei mezzi pesanti vietata), e che i valori misurati sono paragonabili a quelli riscontrati nelle torri eoliche di grandi dimensioni…
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