martedì 14 maggio 2013

A che prezzo la caccia grossa – Margherita D’Amico


Qualche tempo fa l’immagine di Juan Carlos, re di Spagna, in posa accanto a un elefante appena ucciso, suscitò ribrezzo in tutto il mondo, tanto che il sovrano dovette scusarsi. Ma la cosiddetta caccia grossa non è solo appannaggio di regnanti o milionari oziosi: si tratta al contrario di un business che dovrebbe incuriosire l’Agenzia delle Entrate.
Basta infatti visitare i siti delle agenzie specializzate in safari e pacchetti organizzati per intuire in quale misura gli sforzi per tutelare specie a rischio come orsi polari, elefanti, leoni, nei territori d’origine, siano vanificati a suon di banconote. Lunghe gallery fotografiche ritraggono uomini e donne ridenti sopra, sotto, accanto la preda uccisa, testimoniando un’attività piuttosto sostenuta a dispetto della crisi.
Mentre ad esempio si trepida per la sorte di tante specie artiche minacciate da cambiamenti climatici e scioglimento dei ghiacci, una spedizione di caccia all’orso polare in Canada può costare fra trentacinque e quarantamila dollari locali; per uccidere un bue muschiato – solo in estate – ne bastano 7.500, con l’aggiunta di qualche tassa governativa. “In primavera si caccia sul ghiaccio a bordo di motoslitte e si sciolgono i cani dietro all’orso per potergli tirare, in autunno si spara dalla barca girando fra le isole. La percentuale di successo è molto alta” si legge nelle offerte…

Nessun commento:

Posta un commento