La nuova moda della protesta
ambientalista in Cina è sfidare i funzionari comunali a farsi una nuotata nei
fiumi inquinati, che sono una della grandi piaghe aperte nel Paese dalla corsa
sfrenata verso l'industrializzazione.
Ha
cominciato un imprenditore di Rui'an,
città nella provincia orientale dello Zhejiang, che sabato ha offerto al signor
Bao Zhenming, responsabile per l'ambiente della sua zona, 200 mila yuan (25
mila euro) per nuotare venti minuti nel fiume. La proposta è comparsa sul blog
del businessman, che ha pubblicato anche una serie di foto del corso d'acqua
sul quale galleggiano lattine, plastica e una melma verdognola.
Secondo
la gente di Rui'an la colpa è
di una fabbrica di suole di gomma che verserebbe i suoi scarti chimici
direttamente in acqua. Nessuna risposta da parte del funzionario Bao Zhenming.
Dopo un paio di giorni il blogger ha rilanciato, chiedendo all'assessore di
trovare il coraggio se non di nuotare come il presidente Mao, almeno di entrare
in acqua, per rendersi conto dello schifo (e intascare la ricompensa). Alla
fine Bao, quando si è visto messo alla berlina su diversi blog e sui giornali,
ha rifiutato dicendo che «l'inquinamento qui non è causato dalle fabbriche, ma
dai concittadini che buttano di tutto nel fiume, quindi vengano loro a pulire»…
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