venerdì 22 febbraio 2013

e poi dice che uno si butta nel vegeterianesimo


Si girano tutti assieme, nella lunga stalla. La testa fuori dalle gabbie di ferro, a guardare chi arriva. Sono curiosi, i cavalli. Fra 24 ore non ci saranno più il bardigiano o l'appenninico, l'andaluso o il maremmano, ma soltanto mezzene, quarti anteriori e posteriori, teste, cuori... Meglio far vivere bene le loro ultime ore: il fieno è buono, la stalla è pulita. "Il mio primo impegno - dice Andrea Zerbini, del macello Zerbini & Ragazzi snc di Fosdondo - è fare uscire da qui una carne sana e buona, e che faccia bene. Compro animali in mezza Europa, faccio mille controlli. Credo che la nostra professionalità dimostri un rispetto vero per i cavalli. Quelli che invece fanno il "pastone" sono degli avventurieri. Per loro i cavalli sono solo proteine da aggiungere a qualche miscuglio".

Il "pastone" denunciato dal commerciante e macellatore reggiano - uno dei più importanti, con cento cavalli che ogni settimana passano dalle stalle alle celle frigorifere - è il nuovo mostro che, dopo la mucca pazza, l'aviaria e altre disgrazie, spaventa l'Europa e mezzo mondo. "Lo preparano le industrie e le multinazionali che trattano la carne come se non fosse un cibo. Io sapevo ormai da anni che all'estero giravano carni equine con fenilbutazone. Speravo che lo scandalo scoppiasse, in modo da denunciare gli avventurieri. Ma adesso c'è il rischio che a pagare sia tutto il mercato e anche noi che non abbiamo nulla da spartire con quelle pratiche. Guardi questa 
stanza, e anche questa. Sono piene di "passaporti equini", la carta d'identità dei cavalli e asini macellati da noi. Per ogni controllo, li dobbiamo tenere per cinque anni"…

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