Ha la sclerosi multipla, ma è costretta a fare gli esami privatamente nel Lazio. Un’attesa di giorni per mettersi in contatto con il centralino regionale. E alla fine quando, il Recup ha risposto, l’appuntamento è stato possibile fissarlo solo in un’altra provincia, a mesi di distanza. È quanto accaduto alla giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi che lo denuncia in un post sui social. “Ogni sei mesi devo fare la mia terapia di Ocrelizumab per la Sclerosi Multipla. E ogni sei mesi devo ripetere una lunga serie di analisi e la risonanza magnetica”, ha raccontato su Instagram.
“Chiamo il Cup della mia regione per avere un appuntamento, la cui spesa
dovrebbe essere coperta dallo Stato. Per giorni il messaggio pre-registrato mi
dice che le linee sono intasate e dunque suggerisce di richiamare in un altro
momento. Oggi, finalmente, rispondono. La prima risonanza magnetica disponibile
è a luglio 2025 a Frosinone, in un’altra provincia, a 90 chilometri da casa
mia. Per le due strutture dove di solito faccio le risonanze non c’è proprio
disponibilità e non si sa per quanto”, continua nel post la giornalista.
La risposta cambia chiamando invece la clinica dove fece “la prima
risonanza”, chiedendo costi e disponibilità per fare gli esami privatamente:
“Costa 680 euro e c’è posto dopodomani, mi hanno risposto con
la cortesia che si riserva a chi paga. E quindi ho preso appuntamento. Perché
ne ho bisogno, perché è urgente, perché ho la fortuna di potermelo permettere”,
ha scritto ancora Mannocchi, ribadendo che è “così che si demoliscono le
democrazie”, mettendo nero su bianco l’ Art. 32 della Costituzione Italiana:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
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