giovedì 15 dicembre 2016

Noi diventati poliziotti vegetariani

di Alessio Ribaudo


L’appuntamento, per tre giorni a settimana, è fissato a mezzanotte. Prima si infilano stivali alti, indossano materiali tecnici per sopportare il freddo intenso, inseriscono potenti torce nella cintura e, dopo una riunione in Commissariato, si inerpicano sui monti del Parco dei Nebrodi con dei fuoristrada: sino a 1.800 metri dove le strade asfaltate si interrompono e diventano sentieri. Sono in dieci e battono palmo a palmo pascoli e boschi alla ricerca di animali rubati o casolari trasformati in macelli clandestini dove si sezionano pure carni adulterate e potenzialmente rischiose per la salute. Solo ieri, nell’ultimo blitz chiamato «Gamma-Interferon», coordinato dalla procura di Patti, nel Messinese, hanno eseguito 33 provvedimenti cautelari che hanno colpito allevatori, macellai e veterinari. Senza considerare altri 17 indagati fra cui un comandante dei Vigili e un sostituto commissario di Polizia.
L’idea della squadra
Sono stati ribattezzati «la squadra dei vegetariani». «Ci hanno affibbiato questo nomignolo pensando di ridicolizzarci — spiega il vicequestore aggiunto Daniele Manganaro, 42 anni, due lauree e un master universitario di secondo livello — ma noi lo siamo diventati a ragion veduta perché più scoprivamo illegalità e più, uno dopo l’altro, abbiamo smesso di mangiare carne». Manganaro, guida il commissariato di Sant’Agata di Militello (Messina), dal 2014. «Appena arrivato — prosegue — ho intuito che nei Comuni del Parco di mia competenza c’era qualcosa di strano: troppi imprenditori denunciavano smarrimenti e furti di bestiame». Da qui l’idea di creare una squadra specializzata in abigeati, macellazioni clandestine, sofisticazioni alimentari e truffe per ottenere fondi pubblici.
Le diverse competenze
«Ho scoperto che fra i miei uomini c’erano figli di allevatori come Salvatore Mangione che conoscono quei boschi e sanno come trattare gli animali durante i controlli; c’erano chimici come Tiziano Granata in grado di analizzare i medicinali rinvenuti e, poi, altri ragazzi encomiabili che passano notti al freddo per osservare i movimenti sospetti».
Il supporto del questore
Un incastro umano che ha trovato la sponda dal questore di Messina, Giuseppe Cucchiara. Un dirigente schivo, con un lungo passato da investigatore della Mobile, che alla scrivania preferisce la strada. «Supportandoli con uomini e mezzi ho fatto solo il mio dovere — dice Cucchiara — e a furia di seguire le loro indagini anche io sono diventato vegetariano»…

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