La mia ribellione parte da un rifiuto dell’ideologia del
dominio, che pervade e invade gli anfratti del nostro vivere sociale a tutti i
livelli. A partire dal più visibile e lampante, e però tanto difficile da
mettere a fuoco per i nostri occhi spenti: il livello del rapporto
uomo-animale. Solo nel momento in cui prenderemo atto che le relazioni di
potere, la schiavitù, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, la ghettizzazione
di ogni devianza originano dalle pratiche di sfruttamento animale, solo allora
potremo agire con radicalità. La volontà di combattere un sistema violento con
le armi dell’astensione da una parte, della sensibilizzazione culturale
dall’altra, è il faro di questa pacifica insurrezione. La liberazione
dell’essere umano passa per quella degli animali, ne è diretta conseguenza.
Abolendo i macelli aboliremo i campi di sterminio, abrogando la domesticazione
coatta negli allevamenti perderà di senso anche la schiavitù, bloccando la
sperimentazione animale cadranno le basi per la legittimazione della tortura.
L’olocausto può finire se tutti, uno dopo l’altro, saremo in grado di
ribellarci.
da qui
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