Un'azione in controtendenza, quasi una mosca bianca tra l'incessante ronzare di parole piovute dall'alto quali crescita economica, spread, titoli di Stato. Parole che certificano quanto quasi risulti obbligatorio, per il welfare dei popoli, il consumo, la spesa, l'avere di più per comperare di più, nel movimento incessante della macchina a ciclo continuo che il capitalismo attuale ha generato e che agli occhi dei più accorti somiglia sempre più a una sorta di "catena di Sant'Antonio" su scala planetaria.
Ed ecco allora chi ci ripensa, e prova in concreto a cambiare le carte in tavola. Se la crisi avanza perché non imparare a rinunciare al superfluo? A calibrare esigenze e desideri su altre scale di misura? Il "vivere con poco rimanendo felici" non è allora un'utopia ma un esercizio di responsabilità e di attenzione su ciò che serve raffrontato a ciò che viene suggerito dal "mercato". Oltre che di apprendimento concreto su quel che "artigianalmente" si può produrre, da soli o in gruppi, e proprio i "Gruppi Locali" diventano una risposta comunitaria per condividere nel territorio esperienza e how-to. Dalle marmellate fai-da-te all'uso dei computer con programmi Open Source, alla scelta consapevole del mezzo giusto di locomozione o del carburante più ecologico per chi non può rinunciare all'auto...
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