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…Non è a rischio solo la sopravvivenza
dell’armadillo peloso (al quale pure uno potrebbe affezionarsi). Il progetto
presenta un risvolto metodologico di estrema importanza: in un Paese dove
vigono i sistemi di privatizzazione introdotti da Pinochet con l’interessato
supporto dei Paesi occidentali, l’acqua di fatto non è contemplata come “bene
comune”: il Código de Aguas del 1981 (marginalmente rivisto nel
2005) sancisce apertamente la deregulation nello sfruttamento delle acque, per
il quale non si richiedono dettagliati progetti preventivi, si prevedono poche
carte e pochi, quasi automatici passaggi di approvazione; non è un caso che sin
dagli anni ’80 Endesa Chile (allora pubblica, oggi ormai privata) abbia
acquisito per cifre irrisorie i diritti di sfruttamento che ora accampa. La
stessa valutazione di impatto ambientale, già due volte rimandata al mittente
dagli organismi pubblici (dietro la pressione delle proteste), non è mai stata
sottoposta a un voto popolare, a un pubblico esame condiviso, e cozza perfino
contro le direttive della Commissione Mondiale sulle dighe: se oggi si tende a
ragionare in termini di piccole centrali idroelettriche, di scarso impatto e di
portata minore ma più localmente gestibile, non si capisce come si possa
approvare un progetto per un sistema gigantesco che produrrà energia a 2300 km
di distanza dal luogo in cui tale energia dovrebbe servire (essenzialmente: i
giacimenti minerari a nord della capitale, quelli dove si consumò il dramma a
lieto fine di quest’inverno), e che comporterà pertanto la costruzione di una
lunghissima linea di trasmissione destinata ad attraversare 6 parchi nazionali,
e a sconciare ed espropriare migliaia di ettari. Tutte le informazioni
essenziali sul tema sono esemplarmente raccolte qui.
Nell'autunno scorso la campagna "Patagonia sin
represas", Patagonia senza dighe, scontava un momento di sconforto, di
crisi d'identità si direbbe, perchè sembrava confrontarsi con un sistema di
potere e di informazione troppo più forte di qualsiasi sentimento e di
qualsiasi possibile iniziativa ambientalista.
Una sorta di lotta contro i mulini a vento, perchè il potere dell'impresa era capace di oscurare in un attimo il lavoro capillare portato avanti sul campo dalle associazioni.
In Patagonia è pratica normale che la HydroAysen, l'azienda cilena che opera in Cile in nome e per conto dell'Enel -che acquisendo la spagnola Endesa, ha acquisito ogni diritto di sfruttamento delle acque in Cile- finanzi i progetti dei contadini, che in un baleno si ritrovavano in mano il denaro per realizzare un proprio sogno.
Politica di incoraggiamento, di sostegno alle iniziative, di sviluppo, dice Marisol Martinez, il sindaco di Puerto Aysen, un paesino alle porte di Coyaique, la capitale della Patagonia cilena, dove un'altra azienda intende costruire altre dighe: un sistematico acquisto delle coscienze, dicono invece gli ambientalisti, affranti nel constatare l'avanzata irresistibile di questo sistema di "sostegno".
Persino le comunità cittadine godono di questa iniezione di denaro chiamata "sostegno", comuni che si ritrovano in un batter d'occhio con i fondi per le scuole, per le attività sportive e quant'altro, con i contadini soddisfatti per aver magari costruito una casetta, riempito la pancia per qualche tempo senza porsi tanti problemi, essendo le questioni ambientali- è noto- una fisima degli abbienti….
da qui
Una sorta di lotta contro i mulini a vento, perchè il potere dell'impresa era capace di oscurare in un attimo il lavoro capillare portato avanti sul campo dalle associazioni.
In Patagonia è pratica normale che la HydroAysen, l'azienda cilena che opera in Cile in nome e per conto dell'Enel -che acquisendo la spagnola Endesa, ha acquisito ogni diritto di sfruttamento delle acque in Cile- finanzi i progetti dei contadini, che in un baleno si ritrovavano in mano il denaro per realizzare un proprio sogno.
Politica di incoraggiamento, di sostegno alle iniziative, di sviluppo, dice Marisol Martinez, il sindaco di Puerto Aysen, un paesino alle porte di Coyaique, la capitale della Patagonia cilena, dove un'altra azienda intende costruire altre dighe: un sistematico acquisto delle coscienze, dicono invece gli ambientalisti, affranti nel constatare l'avanzata irresistibile di questo sistema di "sostegno".
Persino le comunità cittadine godono di questa iniezione di denaro chiamata "sostegno", comuni che si ritrovano in un batter d'occhio con i fondi per le scuole, per le attività sportive e quant'altro, con i contadini soddisfatti per aver magari costruito una casetta, riempito la pancia per qualche tempo senza porsi tanti problemi, essendo le questioni ambientali- è noto- una fisima degli abbienti….
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