giovedì 12 gennaio 2012

Le meraviglie dell’orto sinergico - Antonio De Falco

Antonio De Falco, ex impiegato di banca, lascia l’ufficio per la terra nell’82. Dieci anni dopo scopre in Andalusia l’agricoltura sinergica e si fa allievo di Emilia Hazelip, nella convinzione che nella terra ci sia tutto, che tutto parta da lì. Antonio parte dalla constatazione che i contadini contemporanei non sono più liberi, ma si trovano in una condizione di dipendenza dal mercato, dall’industria chimica che ha fatto perdere loro il piacere e la creatività insiti nel contatto diretto e quotidiano con la terra, e con il prezioso e buon cibo che essa può dare se lasciata lavorare indisturbata. La rivoluzione dell’agricoltura sinergica permette all’uomo di diventare un contadino contemporaneo: un uomo libero e consapevole che è ritornato ad essere scienziato, profondo conoscitore dei meccanismi della natura e fiducioso di essi.
L’abbiamo incontrato nel maggio scorso, in occasione del corso sull’orto sinergico che ha tenuto alla Fattoria dell’Autosufficienza: ascoltiamo le sue parole!

Chi è Antonio?

Mi sento un individuo in cammino. Un’anima alla ricerca di un senso.
Ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie e di fare esperienze inusuali, per cui mi trovo a conoscere cose che la maggior parte delle persone che incontro ignorano o di cui hanno una conoscenza superficiale.
Vivo cercando di trasmettere ciò che ho ricevuto: il pezzetto di amore che in me risuona come la mia piccola parte di luce, di verità.
Mi sento un essere desideroso di comunità, di pace, di scambio con gli altri, di sinergia, di amore. Cerco di dare agli altri ciò che vorrei per me e sogno che tutto il mondo possa diventare una comunità di mutuo soccorso.

Cos'è per Antonio l’orto sinergico?
Potrei dire che è una passione, un amore ma nella ricerca della sua essenza si sta rivelando come una strada, la mia strada.
È un campo in cui ogni giorno mi posso incontrare con l'energia creativa, con il miracolo, l'inconoscibile, il grande mistero, con Dio. È una creatura da amare ed accudire e da cui trarre godimento, meraviglia e insegnamento, oltre ovviamente la propria sussistenza. È ciò che mi ha fatto fare il passo da artista ad ortista ed è diventato la mia espressione, la mia opera d'arte, la mia offerta al cosmo, il mio tempio, la mia terapia, il mio modo di vivere e di rapportarmi con il mondo, il mio modo di sentirmi in comunione ed armonia con la Grande Madre, con la Natura...
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