La tigre, Panthera tigris, il più grande dei grandi felini, al quale persino la terminologia biologica s’inchina con definizioni ammirate come “superpredatore”, “megafauna carismatica”, “specie ombrello”. Uno dei carnivori più micidiali, eppure, con quel manto color miele ravvivato da fiamme nere, fra le più belle creature del mondo.
Ma guardiamola da vicino, questa tigre. Artigli lunghi anche dieci centimetri, retrattili come quelli del gatto; denti carnassiali che spezzano le ossa. Pur capace di scattare a oltre 55 chilometri orari, la tigre è costruita per la forza, non per la velocità. Sono le zampe corte e possenti a consentirle i suoi affondi letali e i salti favolosi; un video recente mostra una tigre che per attaccare da terra una guardia forestale in groppa a un elefante spicca un salto - o meglio, un volo - di tre metri e mezzo. Gli occhi della tigre sono retroilluminati da una membrana che riflette la luce attraverso la retina: è il segreto della sua rinomata vista notturna e degli occhi che brillano al buio. Il suo ruggito può essere udito a quasi due chilometri di distanza.
...le tigri, nell’ambiente a loro più congeniale, sono davvero poche. La loro rarità ha finito per essere considerata un dato di fatto, quasi un attributo intrinseco, al pari della loro splendida colorazione. Non è più possibile però continuare a cullarsi con l’idea che la tigre sarà sempre un animale “raro” o “a rischio”; oggi, agli inizi del XXI secolo, le tigri in natura sono sul baratro dell’estinzione. «È ora», dice Tom Kaplan, uno dei fondatori di Panthera, un’organizzazione che si occupa di grandi felini. «Vanno prese decisioni rapide, come se fossimo al pronto soccorso».
I nemici della tigre sono ben noti: la perdita dell’habitat, esasperata dal boom demografico; la povertà, che induce al bracconaggio delle prede e, soprattutto, il brutale contrabbando di parti del corpo di tigre per il mercato nero cinese. Meno note sono le strategie sbagliate con cui da decenni si tenta invano di salvaguardare la specie.
Secondo le stime, nei 13 paesi asiatici in cui vive la specie la popolazione di tigri conta meno di 4.000 individui; molti ecologisti, però, sono convinti che in realtà siano centinaia di meno.
..."Ogni anno si spendono per le tigri dai cinque ai sei milioni di dollari provenienti da tutte le organizzazioni filantropiche coinvolte", spiega Mahendra Shrestha, ex direttore di Save the Tiger Fund, "In molti casi però, le Ong e i governi dei paesi in cui vive la tigre sono uno contro l'altro."
daqui
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