mercoledì 5 ottobre 2011

Teologia degli Animali - Paolo De Benedetti


una lettura interessante, anche per chi non crede a bibbie e chiese varie - francesco

Giunto alla fine del libro – sempre senza mai disperare, nonostante che “l’enorme problema” fosse continuamente evocato e mai risolto – ho dovuto ammettere che la montagna delle buone intenzioni aveva ancora una volta partorito il topolino delle imperscrutabili punizioni, ed ero rimasto a bocca asciutta. Insomma, questo nuovo, documentato, appassionato e appassionante allargamento della teologia e della cultura giudaica e cristiana, non è riuscito – per ammissione del suo stesso autore – a giustificare, cioè a rendere giusta, la sofferenza degli animali non umani. Gli animali soffrono, e muoiono, e gli ebrei ed i cristiani non sanno capire e spiegare perché.

Tuttavia il libro vale la gioia di essere letto, pieno com’è di acute riflessioni, toccanti testimonianze, sacrosante retrocessioni dell’essere umano da Signore della Terra a creatura fra le creature…
Con la Teologia degli animali desidererei aprire una discussione su un tema che sta rivoluzionando la teologia classica e influenzando una nuova cultura teologica cristiana, ebraica e mussulmana fondata su una più corretta interpretazione di antichi testi che parlano della creazione e dell’origine del mondo. Anche la bioetica animale si sta interessando di teologia degli animali, che più propriamente rientra nella ecoteologia...
...Qui vorrei solo offrire alcuni spunti per tutti coloro che fossero interessati a questa nuova visione teologica.
Per sintetizzare la questione non ho trovato testo più chiaro e illuminante di quello di Gabriella Caramore, che intervista il prof. Paolo De Benedetti, attualmente lo studioso più prestigioso della Teologia degli animali
“Nell’ultimo giorno, quello che darà inizio ai tempi nuovi, come nel primo, quello in cui ha avuto origine la nostra storia, il destino degli uomini va assieme a quello degli animali. Nel racconto biblico della creazione, l’uomo e la donna sono venuti al mondo, a immagine di Dio, lo stesso giorno, il sesto, in cui sono stati plasmati alla vita “bestiame, rettili e bestie selvatiche” (Genesi 1,24). Così come l’ultimo giorno, il giorno della consolazione e della salvezza, della pacificazione e della celebrazione, non solo le bestie feroci dimoreranno assieme a quelle miti, i lupi insieme con gli agnelli, ma i cuccioli dell’uomo non avranno timore a trastullarsi sulla buca dell’aspide, a mettere la mano nel covo dei serpenti velenosi (Isaia 11, 8).
In mezzo, però, nei millenni della storia, è corsa una grave dimenticanza di questa fraternità e sororità tra uomini e bestie. Per elaborare una “teologia” che non abbia più al proprio centro soltanto, ma assieme a lui, l’animale e ogni essere vivente, ci voleva un teologo come Paolo De Benedetti; il cui pensiero si articola fino a spostare il centro della propria attenzione dalla creatura umana, che lo ha sempre altezzosamente occupato, alle creature “minori”, che sempre sono state ai margini. “Questa la grandezza di Paolo De Benedetti: dismettere l’arroganza di una dottrina viziata dalla consuetudine di considerare se stessi al centro dell’universo. Pensare che anche per i gatti e i cani, leoni e serpenti, formiche e asini, api e tartarughe, pinguini e galline (ma anche foreste e ghiacciai, fiumi e fili d’erba) possa darsi un senso dell’esistere più articolato di quello che siamo soliti attribuire loro, più degno di essere rispettato…”(Gabriella Caramore introduzione a Teologia degli Animali di Paolo De Benedetti, Morcelliana). Alla luce di questa lucida premessa, eccovi alcuni spunti di riflessione sul tema partendo dai testi biblici, che rileggono le più antiche tradizioni-mitologiche sull’origine dell’universo…

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