lunedì 20 giugno 2011

Zé Cláudio Ribeiro

Sei mesi fa José Claudio Ribeiro da Silva aveva detto che sarebbe stato ucciso da un momento all’altro. Martedì il suo corpo è stato ritrovato insieme a quello della moglie Maria do Espirito Santo vicino alla loro casa di Nova Ipixuna, in Brasile. La coppia lottava da anni contro i traffici illeciti di legname nella foresta amazzonica. La loro attività consisteva principalmente nell’ostacolare le attività delle aziende che tagliavano alberi illegalmente bloccando i loro camion e denunciandoli alle autorità.

Il quotidiano brasiliano Diario do Parà scrive che la polizia aveva sempre negato qualsiasi forma di protezione alla famiglia Da Silva nonostante le loro richieste. La ricostruzione dell’omicidio non è ancora del tutto chiara, ma sembra che si sia trattato di un’imboscata. Durante il suo discorso al Ted di Manaus dello scorso novembre, Da Silva aveva parlato molto esplicitamente della sua paura di essere ucciso…

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È passato circa un mese dall'assassinio il 24 maggio di José Claudio Ribeiro da Silva e di sua moglie Maria do Espirito Santo a Nova Ipixuna, nello Stato di Pará.Omicidio di cui si sono occapati i principali organi d'informazione internazionalieccetto quelli italiani. Nel frattempo in Pará sono stati uccisi altri tre attivisti contro ildisboscamento illegale e un quarto nel vicino Stato di Rondônia, sempre in Amazzonia. Tanto che le autorità brasiliane hanno dovuto portare in una località non rivelata due famiglie di contadini - in totale dieci persone, in gran parte bambini - minacciate di morte dai baroni della deforestazione.

INCHIESTA - Dopo l'omicidio in un'imboscata dei da Silva, la presidente brasiliana Dilma Rousseff aveva inviato nella zona un gruppo militare speciale e ordinato un'inchiesta «rigorosa», che finora però non ha dato risultati. Lo scorso anno la Commissione pastorale della terra (Cpt), organizzazione legata alla Chiesa cattolica, ha diffuso una lista di 125 persone «indicate per essere uccise», della quali 30 nello stato del Pará, ma il governo brasiliano ha riconosciuto di «non avere i mezzi per proteggerle». Dall'inizio dell'anno altri venti nomi sono stati aggiunti alla lista, ha detto José Battista, un avvocato che lavora con Cpt…

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