giovedì 30 maggio 2019

Il crac dei ristoranti "finto italiani" di Jamie Oliver: chiudono 25 locali - ENRICO FRANCESCHINI




È il più italiano dei cuochi inglesi, ma la sua catena di ristoranti all’italiana è fallita. Jamie Oliver ha annunciato il collasso dei suoi 25 locali, lasciando senza lavoro 1.000 dipendenti. Si chiamavano Jamie’s Italian ed erano disseminati per Londra: il più grande dei 23 (altri due ristoranti hanno un altro marchio) è all’angolo di Piccadilly Circus, nel cuore della capitale.

«Sono distrutto», dichiara il 44enne celebrity-chef, come viene denominata qui la sua categoria, ascesa allo status delle star del calcio e del cinema.

La decisione era nell’aria: all’inizio del 2019 aveva già dovuto chiudere mezza dozzina di ristoranti e iniettare 4 milioni di sterline nell’attività per fare fronte ai debiti. «Eravamo partiti dieci anni fa con l’intenzione di rivoluzionare il mercato dei ristoranti di medio livello, puntando su un miglior rapporto qualità-prezzo ed è esattamente quello che abbiamo fatto», afferma Oliver. E allora perché è andato in crisi? «Momento difficile», dice lui. «Colpa dell’incertezza economica », commentano i sindacati, alludendo alla Brexit.

In realtà è una vittima del proprio successo: ormai a Londra esistono ristoranti italiani per tutte le tasche, dalla pizzeria alla trattoria regionale allo stellato Michelin, in cui si mangia bene come in Italia, se non meglio.

L’inglese Jamie, invece, era cresciuto alla scuola dei Carluccio Cafe’s, i ristoranti aperti da un immigrato della prima ora, Antonio Carluccio: la sua catena ne rappresentava l’evoluzione.

Il limite è in fondo lo stesso: sono ristoranti "all’italiana", come le caffetterie che servono "latte" (abbreviazione di latte macchiato) e frappuccino (frappé cappuccino), ma non genuinamente italiani e un pubblico sempre più sofisticato coglie la differenza.

Così, nonostante i libri di ricette, i corsi di cucina in tivù, i menù per le scuole con la apprezzabile campagna per spingere il suo popolo a nutrirsi meglio, alla fine Jamie Oliver non ce l’ha fatta. È stato uno dei discepoli della cucina Mediterranea e della cultura dell’olio dell’oliva nell’ex-terra del fish and chips e del roastbeef. Ma nell’odierna Inghilterra globalizzata si può mangiare una pizza buona come a Napoli oppure scegliere tra un ristorante pugliese e uno calabrese: era inevitabile che si restringesse lo spazio per un ristorante meramente "all’italiana". Dove negli ultimi tempi, per di più, si mangiava maluccio e si spendeva troppo.

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