mercoledì 28 luglio 2021

Il Vertice dei padroni del cibo - Silvia Ribeiro

Non possiamo vivere senza mangiare. Il cibo e tutto ciò che lo circonda sono alla base della vita di ogni persona. Il controllo di questo mercato è quindi un obiettivo fondamentale delle imprese transnazionali. Oggi, quattro o cinque grandi aziende agroalimentari controllano più della metà del mercato globale in ogni anello di quella catena industriale. Con la pandemia, è aumentato in modo esplosivo l’afflusso dei giganti della tecnologia e del commercio online, un fatto che ha cambiato le strutture di produzione e i soggetti che controllano produttori e consumatori. Per legittimare questo attacco digitale e biotecnologico al nostro cibo e stabilire nuove normative internazionali (leggi evitare normative e controlli pubblici), è stato concepito il cosiddetto Food Systems Summit, che si terrà a settembre 2021.


Sebbene sia presentato come un vertice delle Nazioni Unite, è stata un’iniziativa del World Economic Forum (detto comunemente Forum di Davos, in cui convergono le più grandi società transnazionali). António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha annunciato nel 2019 la sua realizzazione prima che gli organismi delle Nazioni Unite relativi all’agricoltura e all’alimentazione – come la FAO e il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale – ne fossero a conoscenza. Nonostante sia ufficiale, questo vertice sarà un evento pubblico-privato, in cui il settore privato ha più partecipazione e influenza dei co-organizzatori delle Nazioni Unite (si veda: “Nuovo assalto al cibo”).


L’alimentazione non è solo nutrizione, ma è anche un pilastro essenziale dell’organizzazione delle società e delle culture. Per oltre il 99,9% della storia dell’alimentazione umana, il modo in cui il cibo viene ottenuto, prodotto e trasformato è stato diverso e decentralizzato a seconda delle aree geografiche e delle culture, basato su sistemi locali e, per la maggior parte, socialmente ed ecologicamente sostenibile.

Il capitalismo e la sua Rivoluzione Verde (pacchetto tecnologico di semi ibridi e transgenici, macchinari pesanti, agrotossici e fertilizzanti sintetici) insieme alla globalizzazione imposta, sono riusciti a danneggiare in pochi decenni parte di quella realtà millenaria, con un’industria alimentare basata sul profitto, sull’uniformità genetica di piante e animali, con pesanti interventi chimici (agrotossici, conservanti, aromi, addensanti, coloranti, ecc.), e con sempre più elementi sintetici e artificiali. Un’industria che è anche uno dei maggiori fattori di inquinamento dei suoli, dell’acqua e del terreno e che è una causa del cambiamento climatico. Inoltre, è perfino il più grande fattore di produzione di epidemie e pandemie (si veda: “Gestando la próxima pandemia”).


Si tratta di uno dei 10 maggiori mercati industriali globali, un elenco in cui ha occupato tra il primo e il settimo posto nell’ultimo decennio, nonostante questa contabilità tenga conto solo dell’industria e consideri solo parzialmente il cibo che proviene dalle reti contadine, dalla pesca artigianale, dagli orti urbani e dalla raccolta tradizionale, che sono quelli che forniscono cibo al 70% della popolazione mondiale (si veda: “Chi ci nutrirà?. La Rete alimentare contadina a confronto con la Catena alimentare agroindustriale”).


Da alcuni anni, i giganti della tecnologia digitale e le piattaforme di vendita online (come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, ecc.) sono entrati nell’agroalimentare. Hanno introdotto programmi di controllo digitale per l’agricoltura (offerti da imprese agroalimentari e produttrici di macchinari, in collaborazione con le imprese tecnologiche) e vari strumenti per questo, come droni e sensori, espandendo e controllando le vendite online, sia tra le aziende che tra i consumatori (si veda: “La insostenible agricultura 4.0” e “Agricoltura 4.0”).

Per queste ragioni, al di là della retorica, gli obiettivi principali di questo Food Systems Summit sono: a) La promozione e il progresso su larga scala dell’industria agroalimentare digitale o agricoltura 4.0, con nuove biotecnologie, sistemi informatici, estrazione e massiccio accumulo di dati relativi alle attività agricole, agli ecosistemi e ai nostri comportamenti alimentari; b) la costruzione di sistemi alternativi di governo in materia agroalimentare, in cui le imprese abbiano il ruolo principale insieme ad alcuni governi: creare sistemi pubblico-privati, emarginando le stesse Nazioni Unite e cercando di eliminare le organizzazioni contadine, indigene, delle donne e dei lavoratori che non si riesce a co-optare; c) stabilire nuovi concetti come quello di “produzione positiva per la natura”, allo scopo di ottenere sovvenzioni e co-optare la produzione biologica qualora se ne possa ricavare profitto, e altri concetti come quello di “soluzioni basate sulla natura” che costituiscono una copertura per aprire nuovi mercati del carbonio in agricoltura e mercati di compensazione per la distruzione della biodiversità.


La Via Campesina e la grande maggioranza dei movimenti contadini, ambientali, agroecologici, delle donne e delle popolazioni indigene di tutto il mondo respingono questo vertice e hanno deciso di svelare le bugie e le manovre connesse (si veda il documento di La Via Campesina: “Un Summit sotto assedio”). Ancora più grave è il fatto che, mentre il mondo è ancora in una situazione di pandemia, il sistema agroalimentare industriale che il Vertice intende portare avanti è uno dei fattori chiave nella generazione di epidemie. Pertanto, si terrà un contro-vertice alla fine di luglio, in cui una grande varietà di organizzazioni e comunità presenterà le realtà e le proposte di cui abbiamo bisogno per nutrire tutti, con giustizia e cura per l’ambiente.

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Fonte: “Cumbre de los dueños de la alimentación”, in La Jornada, 03/07/2021.
Traduzione a cura di Camminardomandando

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