lunedì 9 aprile 2018

Isteria, repressione e devastazione - Movimento No Tap


Ancora fatti spregevoli da parte delle forze dell’ordine sul cantiere di San Basilio. Ancora una volta atti di violenza contro i manifestanti e omissione di soccorso, ancora una volta Tap e Snam ordinano al governo di utilizzare ogni mezzo per portare a termine la loro opera. Ancora una volta, prefetto e questore eseguono gli ordini da regime totalitario, dettati da una multinazionale che sta devastando il nostro territorio. Ancora una volta, chi gestisce le forze dell’ordine sul cantiere viene preso da isteria e non riesce a mantenere il controllo.
Questa mattina, alle prime luci dell’alba, molti attivisti si sono ritrovati presso l’ingresso Eurogarden, sulla provinciale Melendugno San Foca, per provare a rallentare nuovamente i lavori. Sembra ormai, vista l’indifferenza e l’immobilismo della procura e dei politici, l’unico modo per bloccare il malaffare e la corruzione. Ci siamo frapposti tra i mezzi e la strada che porta al cantiere ed abbiamo semplicemente camminato piano, a passo d’uomo. Nessuna violenza se non una passeggiata a rallentare pacificamente i mezzi. Tutto sembrava andare per il meglio, nessun tipo di tensione, la nostra rimostranza stava ottenendo i suoi frutti, ma a quanto pare la nonviolenza non appartiene ai dirigenti delle forze dell’ordine, una delle quali, all’improvviso ha esternato quest’ordine “Ora basta, avete rotto il c…, toglieteli di mezzo”. Così la polizia ha caricato chi era lì inerme con braccia all’aria. Ci sono state manganellate in testa a un nostro attivista che stava riprendendo con il telefonino, e una manganellata sull’orecchio ad un altro che era con le braccia alzate. Al passare dell’ambulanza, di servizio presso il cantiere, è stato richiesto aiuto, ma sempre i dirigenti di polizia lo hanno negato. Solo in un secondo momento, forse per paura di una nuova denuncia per omissione di soccorso, l’ambulanza è stata richiamata indietro, intanto i nostri amici e compagni avevano provveduto a informare il 118 dell’accaduto.
Siamo ancora qui a presidiare il cantiere mentre la dittatura in questo lembo di terra avanza inesorabile nell’immobilismo di chi sarebbe chiamato a controllare.

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