domenica 3 settembre 2017

Dove e quando non usare il telefono - Olga Khazan



Secondo Sherry Turkle, psicologa e docente del Massachusetts institute of technology, gli studenti sono ossessionati dall’idea di essere perfetti e invulnerabili. Per questo per farle delle domande le scrivono un’email invece di andare a parlare con lei di persona negli orari di ricevimento.

“Più divento famosa, più allungo il mio orario di lavoro e più il numero di studenti che partecipano alle mie attività diminuisce”, spiega Turkle durante uno degli incontri dell’Aspen ideas festival, organizzato dall’istituto Aspen insieme a The Atlantic. “Di fondo pensano che la conversazione sia problematica perché avviene in tempo reale e non possono tenere sotto controllo tutto quello che diranno”. Questi studenti cercano di nascondere le loro imperfezioni dietro a uno schermo, continua Turkle, e “s’illudono che alle due del mattino gli scriverò la risposta perfetta alla domanda perfetta”.

Tutto questo prova che ormai, nella vita di tutti i giorni, dipendiamo troppo dai telefoni o dai tablet, secondo Turkle. Obiettivo della sua invettiva non erano solo i millennial maniaci delle email, ma anche le neomamme, che preferiscono stare sedute a casa con i loro telefoni piuttosto che incontrarsi al parco giochi.

Nel farlo cita degli studi che mostrano come avere il telefono sul tavolo durante i pasti, anche se spento, ci rende meno empatici. Per cambiare le cose dovremmo bandirlo in alcuni luoghi e momenti della nostra vita.

Per esempio:

In cucina.
In sala da pranzo.
Quando si fa la spesa o “in generale si ha a che fare con il cibo o la preparazione sensuale delle cose da mangiare”.
In aula: secondo Turkle la maggior parte delle università d’élite vieta i telefoni e i computer portatili in aula perché “a mano si prendono appunti migliori”.
In camera da letto: “Non fa bene all’intimità”.
In camera dei vostri figli: “Ostacola il sonno”.
In auto, quando si guida: “Finirete per ammazzarvi”.
In auto, da passeggeri, a meno di non avere un “viaggio da 50 ore”, nel qual caso forse è possibile negoziare un po’ di tempo per guardare un film. Ma ricordatevi che le chiacchiere in auto sono “le conversazioni che i bambini ricordano per il resto della loro vita”.
Nel parcogiochi.
Quando i vostri figli vanno in piscina o fanno una partita: “Avete già buttato via il sabato, lasciate stare quel telefono”.
Quando andate a prendere i bambini a scuola: se guardate il telefono quando i vostri figli vogliono la vostra attenzione gli spezzerete il cuore.
Troppo? Sì, ma è il prezzo da pagare per avere un po’ di empatia. Non “è una posizione antitecnologia, ma una posizione favorevole alle conversazioni”, dice Turkle prima di essere interrotta dalla suoneria dell’iPhone di qualcuno tra il pubblico.

(Traduzione di Federico Ferrone - Questo articolo è stato pubblicato da The Atlantic)

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