giovedì 3 dicembre 2015

Cartoline dal cielo del Marganai 2/2. “Dopo le motoseghe, bosco addio” – Pablo Sole


…La lettiera scomparsa e il suolo bruciato dal sole
Nella zona di Su caraviu, l’impatto dei tagli, anche solo dal punto di vista paesaggistico, è evidente: all’orizzonte una distesa di lecceta intonsa, in basso l’area ceduata e spoglia. “Come si può notare, con il taglio a raso il suolo è rimasto scoperto, senza la protezione della fitta vegetazione formata dalla lecceta”, dice Francesco Aru, in rappresentanza del team che sta costantemente monitorando l’area per l’aggiornamento del Piano di gestione del Monte Linas – Marganai. Del gruppo di professionisti fanno parte anche il padre della geopedologia in Sardegna, Angelo Aru e il geologo Daniele Tomasi. “Il terreno viene bruscamente esposto ai raggi solari e durante il giorno si raggiungono alte temperature che possono superare anche i 70 gradi centigradi. L’humus di colorazione scura, viene immediatamente bruciato dalla forte radiazione solare e infatti possiamo notare che nel suolo è completamente assente la lettiera humica. Questo non accade nelle aree non tagliate – dice Aru – perché la fitta copertura delle chiome degli alberi, compenetrate tra loro, impedisce l’ingresso dei raggi solari, mantenendo l’ambiente più fresco e limitando i fenomeni di evaporazione dell’acqua”….

La ricrescita del bosco pari a zero. In tre anni
“Quando il taglio a raso viene effettuati su suoli altamente sensibili all’erosione e con elevate pendenze, come a Su caraviu, si hanno conseguenze devastanti”, dice senza mezzi termini Francesco Aru. “C’è la totale scomparsa delle lettiere organiche e sul nudo suolo minerale, si vedono chiaramente i segni delle profonde ferite causate dell’erosione idrica, mentre tutto attorno affiorano pietre e roccia”. Queste considerazioni sono state ribadite anche nel Piano di gestione dell’area SiC Monte Linas – Marganai, firmato proprio dal team composto da Angelo Aru, Francesco Aru e Daniele Tomasi. Per tutta risposta, i tre professionisti sono stati fortemente criticati dal sindaco di Domusnovas Angelo Deidda – che è arrivato a chiederne la cacciata – ma anche dai vertici dell’Ente foreste. Eppure questi ultimi sapevano benissimo che il problema era (ed è) reale: erano stati informati dai professionisti ingaggiati proprio da viale Merello. Che, oltretutto, avevano segnalato che a Su caraviu la ricrescita era pari a zero. E infatti, “le ceppaie di leccio risultano in parte morenti, con i ricacci completamente brucati ed oppressi dall’intenso pascolo dei cervi – conferma Aru -. Resiste solo il corbezzolo: è troppo amaro e i cervi non apprezzano”…


Nessun commento:

Posta un commento