Ho letto, tempo addietro,
da qualche parte su Facebook, che l’orto non ha “grazia”.
Non so dire se questo sia vero o no ma mi ha dato da pensare.
Per stabilirlo bisognerebbe prima definire cos’è la “grazia”. Se ci rifacciamo a Kant e al suo concetto di “grazioso” (una piccola rotondità senza importanza), per molti motivi l’orto non può avere grazia, principalmente perchè è produttivo.
Se invece con “grazia” intendiamo una generica bellezza, un senso di quiete, riposo, pace, serenità, estasi, contemplazione, libertà di pensiero…ecco, forse dovremmo ammettere che l’orto davvero non possiede quella specifica qualità estetica detta “grazia”.
Perchè?
Sarò fatta con lo stampino di latta ma credo che il nostro amico Kant avesse ragione: perchè l’orto -volenti o nolenti-si mangia. E se non si mangia è uno spreco, e lo spreco (al giorno d’oggi) rende brutta qualsiasi cosa…
Non so dire se questo sia vero o no ma mi ha dato da pensare.
Per stabilirlo bisognerebbe prima definire cos’è la “grazia”. Se ci rifacciamo a Kant e al suo concetto di “grazioso” (una piccola rotondità senza importanza), per molti motivi l’orto non può avere grazia, principalmente perchè è produttivo.
Se invece con “grazia” intendiamo una generica bellezza, un senso di quiete, riposo, pace, serenità, estasi, contemplazione, libertà di pensiero…ecco, forse dovremmo ammettere che l’orto davvero non possiede quella specifica qualità estetica detta “grazia”.
Perchè?
Sarò fatta con lo stampino di latta ma credo che il nostro amico Kant avesse ragione: perchè l’orto -volenti o nolenti-si mangia. E se non si mangia è uno spreco, e lo spreco (al giorno d’oggi) rende brutta qualsiasi cosa…
…Le rose,
come ogni arbusto prodigo e vistoso, vanno usate con misura.
Nell’orto invece non abbiamo questi problemi. Sceglieremo gli
ortaggi in base alla qualità del nostro terreno, e useremo tutte le tecniche e
le astuzie che conosciamo per renderle produttive. Un orto ben tenuto, ben
curato e molto produttivo sarà sicuramente bello, ma forse non grazioso. Non
dovremo impazzire a rincorrere trame di luce, giochi di colori, effetti
d’insieme, artifici scenici. Quello che ci occorre è l’acqua, il letame e un
buon sarchiello. In effetti è più rilassante non doversi sdilinquire il
cervello su risultati formali. Meno interessante, magari. Però gratificante.
Allora lasciatemi dire che a quelle feste di rose su rose
preferisco un orto senza grazia. Tanto, ad essere sinceri, non ce l’hanno
neanche quei giardini traboccanti di trine e merletti, gonfi di festoni
colorati e imbalsamati, ripetitivi, in cui il profumo diventa una puzza di
silicone, i colori una violenza schiaffata negli occhi. Giardini tanto vantati
dai proprietari e tanto celebrati dalle riviste (un po’ di meno, a dire il vero,
fanno meno tendenza, per fortuna, a scapito degli horti
deliciarum di vip,
vippesse e nobiloni assortiti)…
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