mercoledì 26 settembre 2018

Quando è triste essere un bambino - Christopher Brauchl



E’ un momento triste per essere un bambino. Chi lo avrebbe pensato soltanto pochi anni fa? Considerate la Siria, lo Yemen, il Sud Sudan e gli Stati Uniti, tanto per nominare soltanto alcuni dei luoghi dove per i bambini prevale la tristezza.
La guerra è iniziata in Siria cinque anni fa. Oltre 6,1 milioni di Siriani sono fuggiti dalle loro case. Immaginate che cosa vuol dire essere un bambino, senza casa in un paese che si chiama patria, sentendo le bombe che distruggono i quartieri dove prima giocavi, che distruggono la casa da dove sei appena fuggito, la casa in cui hai lasciato i tuoi amati giocattoli e gli animali di pezza. Sei uno dei 2,5 milioni di bambini che si sono dovuti spostare fin dall’inizio della guerra in Siria. Sei triste perché conoscevi qualcuno che era tra i 500.000 siriani che sono stati uccisi fin da quando è cominciata la guerra. Il 14% delle persone uccise negli scorsi 5 anni sono stati bambini come te. Forse puoi trovare conforto nel fatto che fai parte della più grande popolazione  dislocata  nel mondo intero. I bambini sono inclini a pensare che fare parte di qualcosa di grande è qualcosa di cui essere fieri. Non è vero. E se cerchi la tristezza, puoi andare in Yemen.
In Yemen si vive in un paese che ha la più grossa emergenza di sicurezza alimentare in tutto il mondo. Secondo i funzionari delle Nazioni Unite, nel 2017 c’erano 18 milioni di persone in Yemen bisognose di assistenza su una popolazione di 28 milioni. Quel numero comprende centinaia di migliaia di bambini. E’ un momento triste per essere bambini quando si riflette su che cosa è accaduto il 9 agosto 2018. Quello è stato il giorno in cui uno scuola bus che portava degli studenti a fare una gita scolastica, è stato distrutto da una bomba fabbricata negli Stati Uniti dalla Lockeed Martin, venduta all’Arabia Saudita dal governo degli Stati Uniti e trasportato sullo scuola bus su un aereo da guerra della coalizione guidata dai Sauditi. La coalizione comprende gli Stati Uniti. Sono starti uccisi quaranta ragazzi di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. 79 persone sono state ferite, di cui 56 bambini. E’ stato un giorno molto triste essere un bambino in Yemen.
E’ un momento triste per essere un bambino se sei nato nel Sud Sudan. Secondo l’agenzia dei rifugiati dell’ONU, 17.600 bambini del Sud Sudan sono fuggiti dal paese fin dallo scoppio della guerra civile in Sudan nel 2013, lasciando lì i loro genitori. Per alcuni dei bambini la loro tristezza è migliorata. Secondo l’agenzia dell’ONU, 433 minori non accompagnati che sono fuggiti in Uganda senza i loro genitori, sono stati riuniti con loro. Rimangono, quindi, all’Agenzia dell’ONU per i rifugiati, soltanto 99,342 casi aperti di tentativi di riunire le famiglie, famiglie che comprendono, in parte, bambini tristi.
E’ un periodo triste essere un bambino se si è un bambino negli Stati Uniti i cui genitori speravano di trovare asilo negli Stati Uniti d’America per andar via da condizioni pericolose nel paese dal quale erano fuggiti. Proprio come i 17.600 bambini che hanno lasciato il Sud Sudan con i propri genitori, anche voi siete stati separati dai vostri genitori quando siete entrati negli Stati Uniti. E’ triste essere un bambino che arrivando negli Stati Uniti non viene separato dai genitori, ma è tenuto in condizioni squallide che non sarebbero tollerate se fossi altro che il figlio di qualcuno che cerca asilo. E’ stato triste che quando tua madre ha detto a uno dei funzionari dell’immigrazione che tuo fratello di un anno aveva bisogno di cibo solido, le è stato risposto che non viveva in un albergo a sette stelle e le è stato detto se preferiva avere un figlio mingherlino o un figlio morto. E’ triste essere un bambino quando un Senatore degli Stati Uniti che visitava un centro di immigrazione dove sono tenute le persone che cercano asilo, riferisce che: “Ci sono bambini da soli…ragazzine di 12 anni che vengono portate via dal resto delle loro famiglie e vengono tenute separate. O ragazzini. Stanno tutti sdraiati sui pavimenti di cemento dentro delle gabbie. Non c’è nessun altro modo di descriverlo.” E’ triste essere un bambino in un paese dove, in riposta a un ordine del tribunale che le famiglie che il governo ha separato vengano riunite, e che alla fine di luglio, 700 famiglie non erano state ancora riunite e il governo aveva difficoltà a chiarire dove si trovavano.
E’ triste essere un bambino in Siria. E’ triste essere un bambino in Yemen. E’ triste essere un bambino nel Sud Sudan. Può essere triste essere un bambino negli Stati Uniti. E’ triste che, a causa degli adulti, ci siano così tanti posti che rattristano i bambini.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://www.counterpunch.org/2018/08/24/when-its-sad-to-be-a-child
Originale: Counterpunch
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

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