martedì 31 ottobre 2017

Incubo in valle. Alcune domande - Lino Di Gianni


L’incubo è cominciato domenica 22 ottobre: vento caldo, vento forte e incendi. Incendi nei boschi e nella frazioni di montagna. In alto, ma neanche poi tanto: se non girava il vento, tirando verso la Francia, avrebbe minacciato le case di Bussoleno, quattrocentocinquanta metri di altitudine, seimila abitanti.
Giovedi 26, giorno di mercato ad Avigliana, non si poteva respirare per la cappa pesante di fumo. Tutto sembrava avvolto da una spessa nebbia, ma era fumo di boschi bruciati. Nessun comunicato, nessuna avvertenza, nessun articolo sui giornali.
L’Arpa Piemonte dirà:
“Il principale aspetto negativo dell’attuale situazione è rappresentato dal fumo e le polveri sottili provocate dagli incendi boschivi: esso è costituito principalmente da anidride carbonica e vapore acqueo, ma sulla base di linee guida internazionali le analisi ricercano anche altre sostanze presenti in concentrazioni minori quali i VOC (composti organici volatili), l’acido cianidrico, il metano, il cloro, l’ammoniaca ed il monossido di carbonio, che costituisce il maggior pericolo per la salute…”.
Intanto, in rete e nella Valle girano queste domande:
– perché gli incendi sono esplosi praticamente tutti contemporaneamente e con più focolai?
– perché, nonostante la gravità eccezionale della situazione dagli organi regionali e di governo, nessuno ha fatto nulla per mandare aiuti e personale specializzato da altre regioni (come avviene normalmente) alla Valsusa e alla Valsangone?
– perché, nonostante il vento fortissimo, la gravità degli incendi e le persone coinvolte direttamente o indirettamente, nessun organo di informazione (tv e giornali) ha detto nulla per giorni, come se fosse tutto normale?
– perché soltanto dopo circa una settimana il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si è deciso e ha dichiarato lo “stato di calamità” e non di “emergenza”?
– perché, guarda caso, nello stesso giorno, Paolo Foietta (commissario straordinario per la Torino Lione) ha inviato quella vomitevole lettera ai comuni (leggi anche Valsusa, incendi, media e sciacalli) dove dice che per la ricostruzione del territorio devastato e le opere di prevenzione da futuri eventi simili sono disponibili i soldi della compensazione e che sarà felice di incontrare i sindaci?
– esiste una struttura organizzata che semina incendi a partire da questa estate, in tutta Italia? (sono state trovate due guardie forestali con inneschi?).
Venerdì il vento caldo è ripreso, l’aria un po’ si è pulita ma gli incendi non sono estinti, il pericolo continua. Manderanno ben quaranta persone dell’esercito, contro i piromani! In un territorio che ormai riguarda tutto il Piemonte.
Insomma, la regione va in fiamme e Torino soffocata dal fumo. Le polveri sottili superiori nove volte ai limiti. Naturalmente nessun blocco delle auto: «Servono per l’emergenza»…

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