sabato 1 luglio 2017

i nostri cugini muriqui



The Muriqui: Brazil’s critically endangered “hippie monkey” hangs tough
·         Less than 2,000 northern and southern muriqui live on in the remaining fragments of Brazil’s Atlantic forest.
·         Karen Strier and other researchers — many of them her former students — have taken up the cause of protecting these unique primates, with a good deal of success.
·         For $150,000 US, “the equivalent of a few SCUD missiles, we could save the largest population of northern muriquis for posterity,” says Strier. Another $300,000 would protect critical habitat for the southern species.
Northern muriqui monkeys from the wild population in RPPN Feliciano Miguel Abdala, previously known as the Estação Biológica de Caratinga. This privately owned ranch is the site of the longest-running large mammal research project in Brazil, led by University of Wisconsin-Madison anthropologist Karen Strier for 33 years. Photo courtesy of Carla B. Possamai/Universidade Federal de Espirito Santo
Muriquis often start their day by hugging one another. The Brazilian monkeys can become so entwined in lanky arms and prehensile tails, around tree limbs and each other, that it’s hard to tell them apart. Their sociability doesn’t end there. These primates don’t fight over food, sex or sleeping arrangements — an easygoing lifestyle that earned them the moniker “hippie monkeys.”
However, such peaceful ways belie the muriqui’s fight for survival…



C'è una scimmia, sull'orlo dell'estinzione, che parla quasi
come gli uomini e che vive in gruppi organizzati non sulla predominanza del più forte ma del più amato: tra i muriquì - brachyteles arachnoides
il nome scientifico - fratellanza e amore libero hanno estromesso
aggressività e litigi. Lo hanno rivelato in questi giorni ricercatori
brasiliani che hanno studiato per la prima volta il comportamento di
questa loquace «scimmia della pace». Ne restano meno di mille esemplari nella Mata Atlantica (la giungla costiera brasiliana) di Minas Gerais, a nord-ovest di Rio de Janeiro.
Alto un metro e mezzo coda compresa, con un pelame beige a contrastare col viso nero che gli ha procurato il nome popolare di scimmia carbonaia, il muriquì è il maggior primate del nuovo continente, ma nessuno aveva fino ad oggi scoperto le sue caratteristiche eccezionali.
LINGUAGGIO EVOLUTO - «Non esiste nessun'altra specie di
scimmia al mondo che arrivi ad un linguaggio così simile al nostro - spiega Eleonora Cavalcante Albano, ricercatrice della Unicamp di
Campinas (presso San Paolo), la più prestigiosa università brasiliana - Il muriquì è ben superiore allo scimpanzè africano. Quasi 140 ore di registrazioni hanno rivelato che il muriquì, al di là delle normali espressioni vocali usate da altre specie per situazioni di pericolo, soddisfazione, richiamo e così via, adopera almeno 534 sequenze foniche differenti per «chiacchierare» con i suoi simili. E lo fa specialmente al mattino appena svegliato, o sul far della sera prima di 
addormentarsi. Sono una serie di anomali nitriti e di suoni staccati, con un'inventiva sonora mai registrata in altri primati.
I DIALOGHI - Le scimmie dialogano fra loro, lasciando parlare
l'interlocutore e rispondendo ordinatamente dopo una pausa che può arrivare ai dieci secondi: si tratta di una comunicazione vocale
raffinata dove nessuno ripete mai lo stesso suono che l'altro ha
pronunciato. La straordinaria scoperta scientifica, annunciata
nell'ultimo numero della rivista «Pesquisa», equivalente brasiliano di «Nature».
AMORE E PACE ALLA BASE DELLA VITA SOCIALE - Un'altra caratteristica che rende unici i muriquì, è legata alla loro vita sociale. «I gruppi di muriquì, formati in genere da 15 a 50 scimmie, sono organizzati in base al contatto amoroso e non su gerarchie di potere - spiega Francisco Cardoso Mendes, ricercatore capo dell'Università di Goias, che ha studiato per due anni gli ultimi muriquì nella fitta foresta pluviale della riserva biologica di
Caratinga - A capo del gruppo non sono i più forti ma i più amati,
coloro che ottengono più abbracci dai compagni».
LA PRATICA DEGLI ABBRACCI - Abbracciarsi è una specialità di questa scimmia della pace che non conosce lotte per aggiudicarsi le femmine o competizione per distribuire il cibo: i muriquì si abbracciano anche per molti minuti di seguito, in media una volta ogni due ore e mezza. Spesso restano in cinque o sei ad 
abbracciarsi lungamente, in un solo groviglio appeso a un ramo con le lunghe e robuste code. I ricercatori brasiliani, appoggiati da colleghi americani dell'Università del Wisconsin, spiegano
in parte il fenomeno col fatto che le femmine di muriquì, quando sono in calore, emettono continui trilli di richiamo concedendosi a tutti i maschi, senza esclusioni. Il fatto poi che nessun muriquì sappia in pratica di che padre sia figlio non sembra creare problemi al branco, retto da un'inedita fraternità collettiva. Anzi potrebbe addirittura rafforzarne l'affettuosa coesione attraverso i prolungati abbracci della prole giovane e adulta con tutti i possibili papà.
11 marzo 2003

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